Il cambiamento radicale

Dopo trent’anni da quando (1989) ho scritto «Péntakos», oltre ventisette anni da quando (1991-1992) ho presentato prima il «Sistema Stellar» e poi il «Progetto di Rinnovamento», venticinque anni da quando (1994) ho proposto il «Progetto Economico Nazionale» per lo sviluppo e l’occupazione, oltre diciotto anni da quando (2001) è stata fondata la «Repubblica della Terra» ed emessa la moneta «Dhana», diciassette anni da quando (2002) è stato completato e proposto «Holos Global System» con le sue trenta iniziative (l’ultima è «Kayamara»), tredici anni da quando (2006) ho presentato «Cambiamento» e sette anni da quando è stato lanciato «EkaBank», ora che siamo ben oltre l’ultimo momento per cambiare e la situazione sembra irreversibile, finalmente qualche esponente autorevole della politica, della cultura, dell’economia e della religione propone un cambiamento sociale, politico ed economico «radicale».

Meglio tardi che mai, si dirà! Ma, che cosa significa cambiamento radicale? Come si realizza? Chi lo può innescare? E quali effetti si possono ragionevolmente prevedere?

Innanzitutto il «cambiamento», se è reale, è un processo affatto diverso dall’«adattamento» e dal «riformismo».

Cambiamento radicale significa prima di tutto trasformazione della struttura (cioè, la disposizione delle parti) del sistema umano «dalla gerarchia alla conarchia».

Cambiamento radicale significa rottura (yati) con il passato e costruzione di un «futuro» fondato su nuove condizioni iniziali, cioè nuovi principi, nuovi strumenti, nuove soluzioni e nuove regole.

Cambiamento radicale significa coerenza fra teoria e pratica, fra ideale e reale.

Il cambiamento radicale si realizza attraverso un «piano», cioè un progetto, che va «dalla coscienza della realtà alle soluzioni impensabili», che si possono attuare concretamente soltanto utilizzando soggetti pubblici (istituzioni) del tutto nuovi, originali ed indipendenti.

Altrimenti si otterrebbe semplicemente un cambiamento apparente, dove sembrerebbe che tutto fosse cambiato ma in realtà resterebbe tutto come prima.

Per dare inizio ad un cambiamento radicale bisogna unire gli sforzi di tutte le persone che hanno gli stessi obiettivi e sono disposte a lottare per il miglioramento delle condizioni dell’intera umanità.

Bisogna passare «dalla verità alla libertà».

Il cambiamento radicale deve essere universale, cioè deve riguardare ogni essere umano.

Gli effetti prevedibili di un cambiamento radicale sono soltanto quelli provocati dalle prime azioni, dall’innesco iniziale alla propagazione, mentre non sono prevedibili, come in tutte le transizioni di fase dei sistemi complessi, gli effetti degli effetti.

Ecco, poche righe per riassumere ideali, soluzioni e strumenti che appaiono inizialmente, a causa della nostra formazione culturale, estremamente complessi ma che, in realtà, sono assai più semplici di quelli, complicati ad arte, ai quali siamo abituati.

Buon futuro.

Venerdì, 7 giugno 2019

Rodolfo Marusi Guareschi