Il piano

Chi scrive ha sempre detto prima ciò che avrebbe fatto dopo e continuerà a farlo.

1. Lo stato del sistema umano

Il sistema umano sta implodendo a causa sia dell’acuirsi della contraddizione fra livello di sviluppo delle forze produttive e rapporti di produzione sia dell’insostenibilità della natura (siamo già oltre il 150% della sostenibilità ambientale).

Con il grado di capacità produttiva raggiunto dall’umanità, per produrre quel che serve per soddisfare senza sprechi i bisogni di ogni essere umano sarebbe sufficiente che tutte le persone che possono lavorare lo facessero per meno di 2 ore al giorno per 250 giorni l’anno. Con l’attuale durata dell’orario di lavoro c’è quindi un’enorme eccedenza di forza lavoro e 6 persone su 7 non sono più necessarie alla riproduzione della specie.

Perciò, o si cambiano i rapporti economici e si riorganizza la produzione con libere associazioni di lavoratori-produttori che lavorando di meno producano per soddisfare i bisogni di tutti e non per profitto oppure si eliminano 6/7 della popolazione umana entro 10 anni Secondo tutte le esperienze storiche conosciute, in ciascuno dei due casi ci sarebbe violenza.

Questo piano si propone un cambiamento senza violenza, utilizzando alcuni dei mezzi dell’attuale sistema; il denaro, le elezioni, la comunicazione (ed anche il «sincronismo diacronico», Yati e Yojnana).

Per dominare il mondo si usano il denaro, le leggi, le armi e l’informazione.

2. Il denaro

Il denaro è la cosa generalmente più desiderata. Il denaro attuale è creato dalle banche con i prestiti: si presta denaro che non esiste, con il quale si creano depositi con i quali si presta altro denaro che non esiste.

Il denaro attuale è dunque fondato sul debito (i prestiti) di chi lo riceve e sul credito di chi lo presta (le banche) nei confronti di chi riceve il prestito (stati e privati).

Con un sistema che concede prestiti senza interessi si possono organizzare in un’unica struttura le persone che non hanno denaro e che avendolo sarebbero in grado di produrre ricchezza vera e quindi di rimborsarlo (EkaBank).

Essendo un sistema chiuso, che esclude il sistema bancario, per fare pagamenti bisogna necessariamente far partecipare (e quindi convincere) i creditori.

Questo processo induce chi ha bisogno di beni e servizi ma non ha denaro bancario a diventare promotore diretto del sistema dicendo: io ti posso pagare ma solo su questo sistema di credito mondiale al quale anche tu puoi partecipare.

Se funzionasse, questo mezzo metterebbe in discussione l’intero sistema bancario del quale all’inizio i privati e successivamente anche gli stati non avrebbero più bisogno.

3. Le leggi

Per regolare il sistema, e cioè i rapporti fra le persone, si usano le leggi.

Le leggi sono fatte dagli stati, i cui governi sono designati e dipendono da chi controlla il denaro. Sono fatte in modo da garantire la prevalenza della minoranza sulla larga maggioranza. Fissano principi che dovrebbero valere per tutti ma in realtà consentono a pochi di dominare tutti gli altri.

Per adottare leggi che abbiano una valenza universale, cioè siano applicate nello stesso modo ad ogni essere umano senza distinzioni, è necessario riorganizzare politicamente il sistema umano a livello mondiale e trasformare gli stati nazionali in organismi amministrativi.

4. Le armi

Per imporre l’egemonia fra gli stati ed all’interno di essi si usano eserciti e polizie. Gli Stati Uniti dispongono della più grande forza militare mai esistita, con la quale sono in grado di determinare le scelte politiche ed economiche delle altre nazioni.

L’unico antidoto all’uso sconsiderato della forza è la capacità di reazione militare di altri stati, ad iniziare dalla Russia, che dispone di mezzi in grado anche di impedire di essere colpiti.

5. L’informazione

L’informazione è potere. Tutti i più importanti mezzi di comunicazione, dalle agenzie di stampa alle testate giornalistiche e televisive, sono sotto il controllo di chi detiene il denaro. Con questi mezzi, l’élite orienta e determina la coscienza sociale.

6. Il cambiamento

Per innescare il cambiamento bisogna partire dal denaro, fare nuove leggi, inibire l’uso delle armi e rendere vera l’informazione.

Ci saranno reazioni, anche forti.

La contro-reazione può essere la proposta di una nuova istituzione politica mondiale (una repubblica universale) con un parlamento eletto ad effettiva parità di condizioni da tutti gli abitanti del pianeta.

Questa istituzione rappresenterebbe la volontà dei popoli dell’intero pianeta ed avrebbe la massima autorevolezza, anche perché i partecipanti sono anche elettori in tutti i paesi a regime cosiddetto democratico e quindi chi si mettesse contro i partecipanti alla nuova istituzione si metterebbe contro gli elettori del proprio paese.

Per promuovere queste due iniziative si può usare la comunicazione elettronica.

Non per spiegare – dove c’è bisogno della comunicazione da bocca ad orecchio – ma per informare e per promuovere.

In questo modo, mentre si modificano le condizioni materiali della maggioranza della popolazione, si costruisce un nuovo rapporto dialettico fra le persone (ormai del tutto atomizzate) e quindi si possono modificare le coscienze.

In sostanza, il piano consente un’accelerazione verso un cambiamento tanto repentino quanto radicale del modo di vivere e di pensare: un salto verso il futuro.

Vent’anni fa si poteva cambiare il mondo in modo progressivo.

Ora si tratta di salvarlo e c’è molto meno tempo per farlo.

7. Il processo

Il sistema bancario e gli stati non hanno sufficiente liquidità: le banche per coprire le perdite derivanti da crediti inesigibili e gli stati per rinnovare i debiti pubblici.

Per iniettare liquidità, Federal Reserve (ma anche Bank of  England e Bank of Japan) acquista titoli pubblici e paga con moneta creata dal nulla (“fiat money”).

Chi la riceve (vendendo titoli) paga i propri debiti o acquista altri titoli pubblici.

La BCE non può acquistare titoli pubblici e presta denaro in cambio di (cioè riceve in pegno) collaterale costituito da titoli pubblici o privati (dei quali può diventare proprietaria solo se chi riceve il prestito non rimborsa e viene escusso il pegno).

I titoli “eligibili” (cioè utilizzabili come collaterale) devono avere un certo rating minimo (che è sempre sovrastimato rispetto al reale: se fosse reale, il rating degli USA – che hanno un debito enorme ed un deficit annuale del 16% del PIL – sarebbe CCC).

Nei due ultimi prestiti (LTRO) da 1000 miliardi di euro da rimborsare dopo tre anni, le banche avevano esigenze di liquidità superiori ai titoli pubblici “eligibili” che potevano dare come collaterale e quindi si è trovato l’escamotage di dare come collaterale alla BCE obbligazioni bancarie con rating adeguato contro-garantite dagli stati (gli stessi i cui titoli non sono “eligibili”). È come se un protestato garantisse un prestito concesso ad un terzo che usa parte del prestito per pagare gli effetti protestati.

Ora, agli stati ed alle banche dell’area euro serve nuova liquidità (almeno 800 miliardi di euro urgenti ed in totale oltre 4500 miliardi) ma non ci sono titoli “eligibili” (anche per il recente downgrade delle banche), quindi la BCE, contrari tedeschi ed olandesi, accetterà come collaterale titoli anche sotto il rating di “eligibilità”.

Questo fatto ha lo stesso significato della dichiarazione di inconvertibilità (di Nixon) del dollaro con l’oro del 15 agosto 1971 (in quel momento, gli USA avevano oro per meno di un sesto dei dollari emessi).

Cioè, il sistema bancario non riesce nemmeno più ad adottare le sue stesse regole, nonostante che i rating siano superiori al reale.

Ciò provocherà inflazione reale, come del resto deve accadere per “eliminare” il valore (nominale) della moneta in eccedenza. In due anni, la perdita di potere d’acquisto sarà del 50%. (come nel 2002 con l’introduzione dell’euro: 1000 lire per 1 euro).

Chi ha un miliardo di euro si ritroverà con un potere di acquisto di mezzo miliardo, chi ha mille euro, di cinquecento. E così per salari e pensioni.

Quello che accade parte da lontano.

Dal 1964 hanno iniziato a ridursi i tassi di profitto per quattro motivi:

1) l’avanzamento tecnologico (caduta tendenziale del tasso di profitto), con maggiore concorrenza, ha ridotto i prezzi reali alla produzione;

2) il welfare state ha richiesto un maggiore prelievo fiscale;

3) i salari reali (compresi gli oneri previdenziali) sono aumentati;

4) il rapporto fra rendita (interessi bancari) e profitto è aumentato.

Perciò, una parte dei capitali (derivanti dai profitti accumulati in precedenza) sono stati impiegati in operazioni speculative fuori dalla produzione e dal commercio, cioè fuori dalla economia reale.

Ed ecco la finanziarizzazione.

Ma per massimizzare la finanza speculativa non bastavano i capitali distolti dalla produzione e quindi si sono inventati i derivati con i quali si è creato credito dal nulla e si è formato pseudo-capitale (capitali monetari, virtuali, formati senza produzione di ricchezza reale).

Con questi pseudo-capitali si sono realizzati (e si realizzano ancora) guadagni enormi (il 60% delle operazioni avviene ormai con i trading algoritmici ad alta frequenza – HFT, High Frequency Trading – ma solo sulla carta (anzi nei computer) perché poi i crediti diventano inesigibili (a forti guadagni degli uni corrispondono forti perdite di altri). Il capitale virtuale può produrre ricchezza se investito nella produzione ma non altrimenti.

Così, il totale dei guadagni (virtuali) finanziari è diventato di gran lunga superiore al totale dei profitti (che possono derivare solo dalla produzione) lordi (che dovrebbero comprendere gli interessi sui capitali impiegati).

Tutta la moneta emessa dalle banche tramite i prestiti (cioè sul debito) e destinata ad attività extra produzione, nonché i relativi guadagni, non valgono nulla.

Si potrebbe dire che, se il rapporto fra il denaro totale impiegato nella produzione e nello scambio di merci è meno del 5% del denaro totale scambiato, il valore reale medio della moneta in circolazione è meno del 5% del suo valore nominale.

Ed è il collasso, l’implosione. A partire dagli Stati Uniti, il cui prossimo default per debito è dato per certo.

Sono state formulate quattro ipotesi:

1) default debito USA, guerre nucleari “mirate” contro Iran, Corea del Nord e (forse) Cina, probabile guerra nucleare globale e “non limitata”;

2) default debito USA, caos economico mondiale, guerra civile strisciante negli USA, intervento massiccio di Guardia Nazionale ed esercito in terra americana (magari legittimata anche da un attentato, vero o presunto, sul suolo americano);

3) default debito USA, sollevazioni popolari gigantesche negli USA, vittoria del movimento di massa anticapitalista nel paese nordamericano;

4) nell’imminenza del default del debito USA, o subito dopo, compromesso planetario tra Cina (e i BRICS) e gli USA.

La prima ipotesi è improbabile perché nonostante la potenza bellica USA, Russia e Cina sono in grado di reagire a qualsiasi azione preventiva con sicuro annientamento degli USA.

Anche la seconda e la terza ipotesi sono improbabili perché entrambe presuppongono un’insurrezione di massa che richiederebbe una coscienza ed un’organizzazione che non esistono nella realtà.

La quarta ipotesi è probabile. Si tratterebbe in effetti di un compromesso fra due diverse forme di capitalismo (privato negli USA, di stato in Cina) con l’obiettivo di creare un capitalismo riformato, di tipo socialdemocratico, che, moderando i conflitti di classe, consentirebbe all’élite di conservare parte dei propri privilegi ma potrebbe resistere al massimo per alcuni decenni, poiché il carattere classista del capitalismo è irriformabile e la sua fine irreversibile.

Dunque, che fare? Esiste una quinta ipotesi? Sì, esiste, ed è la trasformazione della struttura del sistema umano dalla gerarchia alla conarchia.

Bisogna riportare la moneta alla sua funzione di equivalente universale.

E bisogna usarla per produrre senza sottrarre valore al lavoro.

Cioè, bisogna rinunciare al profitto, al plusvalore, al pluslavoro.

Bisogna produrre per soddisfare bisogni e non per profitto.

E cambiare alimentazione, se si vuole che tutti si nutrano.

E bisogna rientrare nei limiti di sostenibilità del pianeta.

Naturalmente, non tutta la ricchezza può essere consumata da chi la produce: una parte deve essere destinata al rinnovo dei mezzi di produzione, una parte a chi non può produrre, etc. Tutte cose già studiate. Non c’è nulla da inventare.

Il problema è come ci si arriva.

L’unica soluzione è ridistribuire equamente la ricchezza e socializzare i mezzi di produzione (ora che si è arrivati ad un alto livello di socializzazione del lavoro e che i rapporti economici “incatenano” le forze produttive).

Secondo Marx, in seguito ad un’insurrezione violenta.

Lenin, Mao e Castro non hanno atteso la maturazione (con il massimo sviluppo delle forze produttive) del capitalismo ed hanno guidato i loro colpi di stato, dai quali sono nati il capitalismo di stato (URSS e Cuba) ed il capitalismo cosiddetto … “sociale” (Cina).

In alternativa alla violenza, la soluzione ideale sarebbe stata l’abolizione di tutta la moneta a corso legale (che rappresenta il lavoro futuro delle prossime dieci generazioni) e l’introduzione di una moneta del lavoro (Dhana) da assegnare in parti uguali.

Ma questa proposta non è accolta perché i popoli sono abituati alla moneta degli stati (la cosiddetta moneta sovrana, perché il popolo, per tanti motivi, non ha ancora capito che il sovrano dovrebbe essere lui) e/o delle banche ed anche perché chi ha denaro, anche poco, non vuole perderlo (non si rende conto che non vale nulla).

C’è un problema di percezione antropologica e forse anche di “inconscio collettivo”.

L’unica alternativa è travasare denaro dal sistema bancario ad un altro contenitore per essere impiegato in modo produttivo, cioè nell’economia reale (EkaBank).

Chi ha o può avere denaro nell’attuale sistema bancario acquista beni da rivendere o mezzi di produzione e paga con lo stesso sistema bancario. Poi, rivende i beni o produce nuovi beni che vende ed in ambedue i casi incassa nel nuovo contenitore.

Di per sé, il nuovo contenitore presta denaro a chi non ne ha. Anche per dare il pane a chi ha fame ma soprattutto per dare la possibilità a chi vuole lavorare e produrre di entrare in possesso degli strumenti per produrre il grano, macinarlo, trasformarlo in pane e distribuirlo. Ad iniziare dalle imprese esistenti la cui attività è stata sospesa: in questo modo si inizia la socializzazione dei mezzi di produzione. Con l’accettazione dei rischi e la partecipazione ai risultati da parte dei lavoratori-produttori. E, nella prima fase, senza oneri fiscali, previdenziali, etc., perché bisogna produrre nel modo meno costoso se si vuole competere con i paesi nei quali i lavoratori hanno salari bassissimi.

Nello stesso tempo, bisogna far partecipare al processo i lavoratori dei paesi con salari più bassi in modo che il valore del lavoro “normale” (cioè quello astratto) sia identico per tutti i lavoratori del pianeta che svolgono le stesse mansioni.

Quando tutta la moneta a corso legale (sia quella che sarà ancora nel sistema bancario sia quella che sarà nel nuovo contenitore) sarà svalutata, il contenitore potrà proporre di sostituire le monete a corso legale con una nuova moneta del lavoro (Dhana).

In questo modo, tutto il denaro esterno al nuovo contenitore non avrà più alcun valore e sarà abolito. Quello interno sarà sostituito da Dhana ed assegnando gratuitamente 100 Dhana ad ogni abitante del pianeta con almeno 16 anni di età (circa 5 miliardi) si innesca il nuovo processo di ridistribuzione della ricchezza fondato sul lavoro.

Si ricorda che Dhana è interamente garantita fin dall’emissione da capitali di imprese per un valore equivalente ad un grammo di platino fino (999/1000) per Dhana; che una Dhana rappresenta un’ora di lavoro normale; che non potranno essere emesse più di 100 Dhana per ogni assegnatario, salvo un 5% da destinare ad iniziative umanitarie (il limite di emissione provocherà un costante aumento del potere d’acquisto di Dhana), quindi 500 miliardi di Dhana da assegnare e 25 miliardi di Dhana per iniziative umanitarie.

In sostanza, attraverso un processo progressivo si arriva allo stesso risultato che si voleva realizzare (con minori costi) rapidamente con Dhana.

Il nuovo contenitore è EkaBank.

Dice: ma perde di più chi ha di meno. Non è vero, perché quando si sostituiscono le monete a corso legale con Dhana, questa viene assegnata in parti uguali. Quindi, perde (cioè deve rinunciare a quello che ha sottratto) chi ha di più e non chi ha di meno o non ha niente.

Ci saranno resistenze? Sì, anche se sappiamo che per sopravvivere la specie umana sa adattarsi alle condizioni oggettive. Lo faranno anche i dominanti, salvo quelli che forse preferiranno suicidarsi. Ma anche questa è libertà. Quella di scegliere fra non sfruttare più gli altri o scomparire.

Ecco, in questo modo si usano alcuni frammenti dell’attuale sistema per costruirne uno nuovo. La sfida è riuscire prima che il processo di implosione diventi irreversibile, cioè prima che la struttura frattale del sistema invada tutto lo spazio e, quindi, secondo la epistemologia dei sistemi complessi, il vettore tempo non possa più essere deviato.

Che cosa si intende per irreversibilità? Mentre i fenomeni reversibili possono svolgersi in un senso o nell’altro rispetto al tempo, quelli irreversibili vanno in un’unica direzione: una zolletta di zucchero che si scioglie nell’acqua disperderà in modo uniforme le proprie molecole nel liquido, ma mai potremo vedere che le molecole si riaggregano per formare nuovamente la zolletta di zucchero.

Perché non si percepisce il momento esatto in cui un fenomeno diviene irreversibile? A causa dell’isteresi, della quale ho già scritto in precedenza.

L’irreversibilità si coniuga con la resilienza, cioè fa in modo che il sistema invece di adottare un altro paradigma, collassi. Come accade per i buchi neri.

L’unico modo per introdurre un nuovo paradigma è l’emergenza di un fenomeno che funga da attrattore strano e provochi una transizione di fase che superi la resilienza. Dal caos al margine del caos. Anche di questo processo ho già scritto.

EkaBank può essere l’attrattore perché innesca una modifica delle condizioni materiali.  La Repubblica della Terra può essere il nuovo paradigma organizzativo (politico) che con Dhana (mezzo di potenziamento dell’attrattore) provoca la transizione di fase.

Sul credito bancario, cioè sul denaro che non rappresenta un valore reale già esistente ma il lavoro futuro necessario a produrre i beni e servizi che con quel denaro potranno essere scambiati, Karl Marx scrive: «Non v’è dubbio che il sistema creditizio servirà da leva potente, durante il periodo di transizione dal modo di produzione capitalistico al modo di produzione del lavoro associato; ma solo come un elemento in connessione con altre grandi trasformazioni organiche dello stesso modo di produzione». (Il Capitale, Libro ΙΙΙ, sez. V, cap. XXXVI, Ed. Riuniti, pag. 705-706).

In Péntakos, avevo scritto: «… ci vorrà un uomo, o una donna …» Ora, aggiungo: «… dopo un uomo o una donna, ci vorrà la fusione …». E, come quando la specie umana ha acquisito la capacità di produrre, niente sarà mai più come prima.

8. Fasi del piano in sintesi

Purtroppo in ritardo rispetto alle esigenze, il piano si realizza attraverso fasi progressive. Ogni iniziativa è strumentale alla successiva, fino alla trasformazione antropologica, fisica e mentale, dell’umanità, per modificare le condizioni iniziali (la selezione casuale e la struttura gerarchica).

Scopo finale del piano è dunque la trasformazione della struttura gerarchica della materia in una struttura conarchica, ad iniziare dal sistema umano, arrivando oltre la visione marxista del futuro, secondo la quale «Il comunismo è, in quanto negazione della negazione, affermazione; perciò è il momento reale, e necessario, per il prossimo svolgimento storico, dell'emancipazione e della riconquista dell'uomo. Il comunismo è la struttura necessaria e il principio propulsore del prossimo futuro; ma il comunismo non è come tale la meta dello svolgimento storico, la struttura della società umana.» (Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844).

Il piano si realizza emulando il processo di evoluzione iniziale (scissione e fusione) ma cambiando le interazioni originarie utilizzando lo stato di complessità e quindi di informazione e di intelligenza raggiunto dall’energia attraverso la materia nello spazio e nel tempo.

Naturalmente, a causa del determinismo debole che caratterizza tutti i sistemi complessi, non è possibile determinare tutti gli effetti delle azioni ma solo quelli che derivano direttamente da ogni azione e da ogni contro-reazione rispetto ad ogni reazione.

1. EkaBank – Credito senza interessi al consumo ed alla produzione con lo sviluppo di libere associazioni di lavoratori-produttori (socializzazione dei mezzi di produzione) che accettano i rischi ed i risultati d’impresa (la forza-lavoro cessa di essere merce). Il processo di partecipazione è da bocca ad orecchio. Parte da chi ha più bisogno di mezzi di sussistenza (i più poveri) e da chi vuole lavorare (partendo dai giovani) e coinvolge prima la distribuzione, poi la produzione ed infine gli enti che prestano servizi di pubblica utilità (salute, informazione, cultura, etc.). Si inizia a produrre per soddisfare bisogni e non per profitto.

2. Repubblica della Terra – Riorganizzazione del sistema politico in modo conarchico per un nuovo ordine comunitario post-statale ed elezione della prima Assemblea internazionale con un Governo mondiale il quale con la sua autorevolezza dovrà innanzi tutto stabilire la pace sul pianeta iniziando dalla Palestina e creare le condizioni socio-economiche per la massima giustizia sociale. Il processo di adesione parte dagli utenti di EkaBank e si diffonde da bocca ad orecchio mediante l’algoritmo del due per uno di Holos Global System. Fare Bhumandala.

3. Balaloka – Forza di sicurezza mondiale della Repubblica della Terra per mantenere la pace. I partecipanti devono essere organizzati in modo da assicurare la massima informazione e la massima tempestività di intervento. Attivazione dell’Autorità di giustizia degli abitanti del pianeta (Eija).

4. Holos Global System – Formazione (tramite Projeos) della struttura organizzativa secondo il Codice Holos e partecipazione dei popoli alla soluzione dei problemi più sentiti ed urgenti in ordine di priorità (acqua, cibo, salute, cultura, etc.) utilizzando anche Planet Fund.

5. Dhana – Sostituzione delle monete a corso legale (causato dal crollo del sistema bancario) ad iniziare da EkaBank. Attivazione di Akadhana e Gandhana ed inizio della ridistribuzione della ricchezza. Attivazione di Parasparam. Fine dello sfruttamento del lavoro.

6. Samanta Vasna KaaryaUniversalizazione planetaria del valore del lavoro (una Dhana per un’ora di lavoro normale) attraverso una nuova organizzazione mondiale dei lavoratori con l’obiettivo di ridurre il tempo di lavoro ed eliminare la concorrenza fra i lavoratori.

7. Ergonia – Abolizione della proprietà delle risorse e dei mezzi di produzione, attuando nel concreto il principio della destinazione universale delle risorse. Abolizione del denaro.

8. Péntakos – Rendere il sistema ininvolvibile rafforzando la resilienza dell’equilibrio sull’orlo del caos soprattutto attraverso la formazione delle nuove generazioni.

9. Kayamara – Attuazione dell’ultima iniziativa (la trentesima) di Holos Global System con la sconfitta della morte e la ricerca della verità della realtà. La scienza riscopre l’energia pura primordiale e, con lo sviluppo dell’entanglement quantistico, si inizia a produrre materia direttamente dall’energia.

10. Il resto è da inventare.

Sembra tutto possibile e semplice. In realtà, è possibile ma molto complesso, perché non esistono soluzioni semplici a problemi complessi. Albert Einstein diceva: «Bisogna semplificare il più possibile ma non di più».

Ma è possibile. Per renderlo probabile e quindi attuarlo concretamente, bisogna farlo per amore e non solo per noi.

Lunedì, 10 settembre 2012.

Rodolfo Marusi Guareschi