DHANA E LA STORIA DELLA MONETA

 

LA MONETA

La parola “moneta” deriva dal greco monytes, che significa indicatore, cioè una cosa che rappresenta qualcos’altro.

Per moneta s'intende qualsiasi mezzo di scambio che sia generalmente accettato in pagamento di beni e servizi e per estinguere debiti.

La moneta serve inoltre quale misura di valore.

Il numero di unità di moneta richieste per acquistare un prodotto è il prezzo del prodotto stesso.

Tuttavia, l'unità monetaria scelta quale misura del valore non deve necessariamente essere utilizzata come mezzo di scambio.

Per esempio, durante il periodo coloniale in Nord America, la sterlina inglese fungeva da unità di misura del valore mentre la valuta spagnola era un importante mezzo di scambio.

Prima dell'introduzione dell’Euro, nei paesi della Comunità Economica Europea, l’ECU (Unità di Conto Europea) è stato utilizzata come unità di misura del valore mentre le monete dei vari paesi ed il Dollaro erano utilizzati come mezzi di scambio.

 

BARATTO

Prima della moneta, gli scambi di merce avvenivano mediante baratto.

Il baratto è lo scambio di beni con altri beni: i beni eccedenti i normali fabbisogni erano scambiati con altri beni necessari per vivere.

Il limite del baratto consisteva nella difficoltà d'incontro fra soggetti con reciproche eccedenze ed insufficienze di beni da scambiare.

 

MERCE MONETA

Per superare i limiti del baratto, oltre tremila anni fa i popoli primitivi incominciarono a scambiare beni con oggetti-moneta.

Gli oggetti-moneta erano oggetti convenzionali che rappresentavano la misura del valore dei beni scambiati: dapprima conchiglie, perline, zanne di elefante, pellicce, pelli e bestiame; poi oggetti in ferro, bronzo, oro, argento e rame.

Miniature di coltelli di bronzo, asce e altri utensili, usati per rappresentare gli attrezzi realmente oggetti di scambio, circolavano in Cina oltre tremila anni fa.

Ad un certo punto furono stampati anelli e piastre di metallo sui quali, al posto del bene che rappresentavano, s'indicò una quantità.

Così nasce la prima merce-moneta moderna.

La merce-moneta, è un oggetto che ha un proprio valore intrinseco (in relazione alla rarità del materiale) e che può essere scambiato con qualsiasi bene.

Di solito, il valore della merce-moneta è più o meno uguale a quello del materiale in essa contenuto.

I principali materiali usati per questo tipo di moneta sono stati oro, argento e rame.

Le monete, coniate in una lega naturale d'oro e argento, comparvero circa 3.700 anni fa nella regione della Lidia, in Asia Minore.

Secondo la leggenda fu Creso, re della Lidia (regione dell'odierna Turchia), il primo ad adottare la tecnica della coniazione.

Le monete erano gli stateri d'oro e d'argento (venti pezzi d'argento corrispondevano ad uno d'oro).

Si trattava di una forma di merce-moneta con un valore determinato dal suo contenuto metallico.

Le monete proliferarono rapidamente in tutte le economie più sviluppate del mondo.

Monarchi, nobili, città e istituzioni iniziarono a coniare monete contrassegnate dal proprio marchio distintivo attestante il valore metallico della moneta.

Alcune monete antiche avevano una composizione molto stabile.

La dracma emessa ad Atene oltre 3.600 anni fa ha mantenuto un contenuto relativamente costante di 65-67 grani d'argento fino; il quian (contante) cinese di rame introdotto 3.400 anni fa rimase moneta base per duemila anni.

Le monete di metallo erano coniate da una zecca di proprietà dei possessori dei metalli o di potenti (imperatori, re, feudatari ma anche repubbliche e comuni).

Le monete venivano spesso tosate (cioè limate) dai possessori che con quest'inganno davano in pagamento monete che sembravano di un certo valore ma che in realtà avevano un contenuto di metallo inferiore a quello coniato dalle zecche ed indicato sulle monete stesse.

Da parte loro, le autorità emittenti erano propense a ridurre il contenuto metallico delle monete che coniavano per realizzare maggiori guadagni.

Le monete di piccolo taglio di bronzo o rame erano, di fatto, moneta fiduciaria, essendo il loro valore legato sostanzialmente al numero di monete d'oro e d'argento con le quali potevano essere scambiate.

Le monete d'oro e d'argento circolavano spesso anche al di fuori del paese d'emissione grazie al loro valore intrinseco: così il Peso d'argento spagnolo divenne moneta corrente in Cina a partire dal XVI secolo.

Una volta create, le monete fecero nascere un sistema monetario, le cui caratteristiche rimangono essenzialmente costanti da millenni; una delle innovazioni più durature fu l'introduzione, nel XVII secolo, del bordo zigrinato nelle monete Europee, per scoraggiare la tosatura.

Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente si ridusse la circolazione delle monete e l'oro cominciò a scarseggiare.

Nell'VIII secolo Carlo Magno stabilì che la moneta ufficiale del Sacro Romano Impero fosse il denaro d'argento.

Dopo l'anno mille, l'oro ricominciò a circolare e con la scoperta dell'America (1492) ci fu un nuovo afflusso di metalli preziosi in Europa.

Mentre in Olanda nasceva la prima banca nazionale e s' introduceva la meccanizzazione del conio delle monete, la Spagna faceva affluire dalle colonie ingenti quantità d'oro, causando un aumento dei prezzi ed una diminuzione del valore dell'oro.

Era la prima forma d'inflazione.

 

RICEVUTA DI DEPOSITO

Ancora prima della merce-moneta è esistita la ricevuta di deposito.

Oltre 4.500 anni fa, nelle città della valle del Tigri e dell'Eufrate ed in quelle dell'Indo e del Nilo vi era un tipo di moneta assai speciale.

Il popolo, portava l'eccedente dei propri prodotti nel tempio della città fortificata dove sacerdoti contabili aprivano un conto corrente con consegna di tavolette di fango al portatore.

I beni erano immagazzinati in appositi locali del tempio e veniva stabilita una quantità astratta di denaro secondo le merci consegnate.

Successivamente, se le medesime persone volevano un altro tipo di prodotto del tempio, si seguiva il procedimento inverso.

Per ogni operazione di scambio era stilato un documento, fatto di terracotta, recante il nome dell'acquirente, quello del venditore, la merce scambiata e la quantità di unità monetarie utilizzate.

Questo documento è il cosiddetto fattura-assegno.

Per scambi di grande importanza e fra città diverse, era previsto un sistema di trasporto garantito, basato sulle «bullae».

Nel carro del vettore c'era una palla di terracotta all'interno della quale si trovavano delle tavolette che rappresentavano i diversi prodotti trasportati.

Sulla superficie della palla erano inoltre incise le tavolette.

Giunti a destinazione, la palla era aperta e si verificava se il contenuto della stessa coincideva con quello del carro.

All'epoca predominavano i rapporti pacifici fra le diverse città, in parte a causa delle mura inespugnabili che le proteggevano ed in parte grazie alla prosperità che questo sistema di scambio assicurava.

La moneta era uno strumento astratto, un documento il cui valore esisteva solo in funzione di una merce realmente esistente.

Ogni scambio commerciale lasciava una traccia giuridica sotto forma di tavolette di fango.

Tutto questo svanì alla comparsa della moneta anonima d’oro, d’argento, di rame e di bronzo.

Questo nuovo tipo di moneta, anonimo, concreto ed indipendente dalle merci, rende molto più agevole la corruzione.

Con la moneta anonima apparve anche la banca privata, vero e proprio potere-ombra.

I funzionari del tempio cambiarono la loro vocazione dedicandosi ad inventare le religioni.

Tornarono quindi alla ribalta gli imperialismi.

Le mura inespugnabili crollarono. Non sotto i colpi di allora inesistenti catapulte o balestre, ma in seguito alla corruzione di qualche guardia da parte degli assedianti.

I traditori corrotti potevano poi essere discretamente eliminati e gli occupanti s' inventavano miti come quello del «Cavallo di Troia» o delle «Trombe di Gerico».

Il denaro anonimo si trasforma ancora fino alle moderne banconote ed agli anonimi assegni al portatore.

Le varie istituzioni politiche create affinché i cittadini credano di essere protetti subiscono l'attacco dei  «poteri-reali» che corrompono politici, tecnici e giudici.

 

MONETE BASE E MONETE DEBOLI

Le monete metalliche possono essere sia monete base sia monete deboli.

Le monete base hanno un valore nominale uguale a quello del metallo che contengono.

Le monete deboli hanno un valore nominale molto superiore a quello metallico o intrinseco; in questo senso sono simili alla carta moneta.

Le zecche di molti paesi coniarono monete di entrambi i tipi durante il XIX secolo, ma con il generale abbandono della base aurea, tra le due guerre mondiali, le monete base sono state tolte dalla circolazione in quasi tutto il mondo.

 

CARTAMONETA

La cartamoneta fu introdotta in Cina nel IX secolo, nella forma di certificati convertibili emessi dai banchieri privati per il governo della dinastia Tang.

Sostenuta dal potere dello stato cinese, questa moneta poté mantenere il proprio valore in tutto l'impero, eliminando l'esigenza di trasportare l'argento.

Trasformata in monopolio statale con la dinastia Song, la cartamoneta rimase in vigore durante tutta la storia cinese, nonostante gli sconvolgimenti causati dai cambiamenti politici e l'assenza di una copertura d'argento o di altri metalli.

La cartamoneta apparve per la prima volta in Occidente nel XVI secolo, sotto forma di titoli di credito emessi dalle banche a fronte di depositi in denaro.

Questi titoli di credito proliferarono: le autorità coloniali francesi in Canada usarono carte da gioco firmate dal governatore come promesse di pagamento dal 1685, dato che l’arrivo del denaro dalla Francia ritardava.

La cartamoneta divenne sempre più diffusa a partire dal XVIII secolo ma conservò la natura di moneta creditizia, emessa a fronte di depositi in oro e argento.

Nel 1.700 in Francia e in Inghilterra si diffusero le banconote, più pratiche da trasportare.

Nella storia della moneta ci sono due date molto importanti: nel 1794 gli Stati Uniti d'America adottarono una moneta propria, il Dollaro, mentre nel 1870 il Giappone mise in circolazione lo Yen.

Tuttavia, la moneta più forte del XIX secolo rimaneva la Sterlina inglese.

Proprio l'Inghilterra, nel 1816, aveva introdotto il Gold Standard, un sistema monetario basato su carta moneta convertibile in oro.

Questo sistema fu poi adottato anche dagli altri paesi industrializzati, perché il valore dell'oro assicurava la base comune nel cambio tra le diverse monete.

Com’è andata? L’Inghilterra non aveva abbastanza risorse da finanziare le proprie imprese belliche.

Un banchiere propose alla regina di essere autorizzato a stampare moneta per prestarla allo stato inglese.

La regina accettò e stabilì che le banconote emesse dal banchiere avessero valore liberatorio.

Naturalmente il banchiere (che poi diventò la Banca d’Inghilterra) non stampò solo monete per lo stato ma anche per prestarle a privati.

Iniziò in questo modo il processo di moltiplicazione della quantità monetaria garantita solo dai crediti di chi riceveva denaro in prestito.

Dopo la seconda guerra mondiale, il primato economico passa agli Stati Uniti: finisce l'era della convertibilità in oro e il Dollaro diventa la valuta di riferimento.

Questa situazione finisce nel 1971.

Nel frattempo la Comunità Economica Europea stava già movendo i primi passi per raggiungere un sistema monetario per unire i paesi dell'Europa.

 

TIPI DI CARTAMONETA

La cartamoneta si distingue dunque in moneta creditizia e moneta fiduciaria.

La moneta creditizia, è un documento con il quale l’emittente promette ad un governo o ad una banca di pagare il valore equivalente in metallo monetario standard.

La moneta fiduciaria è la cartamoneta non convertibile in alcun tipo di metallo monetario standard e il cui valore è fissato per legge.

Sono, di fatto, monete fiduciarie anche molte monete metalliche in circolazione, in quanto il valore del materiale con il quale sono fatte è generalmente inferiore al loro valore monetario.

In genere i creditori sono legalmente obbligati ad accettare in pagamento sia la moneta fiduciaria sia quella creditizia, che sono pertanto definite monete a corso legale.

Se la cartamoneta in circolazione non è eccessiva rispetto ai bisogni del commercio e dell'industria, essa è accettata da tutti e acquista un valore relativamente stabile.

Se invece la cartamoneta è emessa in quantità esagerata, si diffonde un clima di sfiducia e la moneta perde rapidamente di valore.

Tale diminuzione è spesso seguita dalla svalutazione formale (riduzione del valore ufficiale della valuta).

La moneta fiduciaria costituì di regola una misura d'emergenza adottata in tempo di guerra, come il Dollaro cartaceo americano.

La facoltà di emettere cartamoneta passò poi dalle banche private a quelle nazionali.

Nel tardo XIX secolo, le cadute nel valore dell'oro portarono all'adozione di un regime monetario aureo internazionale, nel quale tutte le valute erano intercambiabili con oro.

Molti governi sospesero la convertibilità della propria valuta durante la prima guerra mondiale, mentre tentativi di reintrodurre il regime aureo internazionale naufragarono dopo la Grande Depressione.

La trasformazione delle valute mondiali in monete fiduciarie, con valori fissati interamente dalla domanda del mercato, fu completata con lo sganciamento del Dollaro statunitense dall'oro, nel 1971.

 

BANCONOTA

La banconota è una cartamoneta emessa da una banca. È una moneta fiduciaria non convertibile a corso forzoso.

 

MONETA ED ECONOMIA

Le funzioni della moneta, quale mezzo di scambio e misura del valore, facilitano enormemente lo scambio di prodotti e servizi e la specializzazione della produzione.

Senza moneta, il commercio si ridurrebbe al baratto, ossia allo scambio diretto di un bene con un altro; questo era il sistema utilizzato nelle comunità primitive ed è ancora praticato in alcune parti del mondo.

In un'economia di baratto, un individuo che possiede qualcosa da commerciare deve trovare qualcuno che la voglia e che abbia qualcosa d'accettabile da offrire in cambio.

In un'economia monetaria, il proprietario di un bene può venderlo, ricavando del denaro con cui potrà a sua volta acquistare un bene desiderato, senza dover cercare qualcuno con cui effettuare lo scambio.

La moneta va pertanto considerata una pietra miliare della vita economica moderna.

Purtroppo, come in tanti altri casi, ciò che era stato introdotto come un mezzo di scambio è poi diventato per alcuni un fine di vita.

 

REGIMI MONETARI

La moneta fondamentale di un paese, nella quale possono essere convertite altre forme di denaro e che determina il valore di altri tipi di moneta, è denominata moneta base.

Il regime monetario di una nazione si riferisce al tipo di moneta base usata nel sistema monetario.

I principali regimi monetari moderni sono quelli aureo (gold standard), argenteo e a corso forzoso.

Nel regime monetario aureo la moneta cartacea circola assieme all'oro e le due monete sono liberamente convertibili l'una nell'altra; una sua variante è il regime monetario a cambio aureo (gold exchange standard) in cui la valuta cartacea di un paese è convertibile in quella di un altro paese, a sua volta convertibile in oro. Per esempio, dinari in Dollari e Dollari in oro.

Nel regime monetario forzoso le banconote devono essere accettate in pagamento ma non sono convertibili in metalli preziosi.

Alcuni paesi hanno utilizzato per qualche tempo il sistema bimetallico, in cui circolano due monete base, una d'oro e l'altra d'argento.

Il regime bimetallico ha avuto scarso successo soprattutto a causa della legge di Gresham secondo la quale, la moneta "cattiva" (più a buon mercato) tende a scacciare quella "buona" (più apprezzata) dalla circolazione.

Quasi tutti i sistemi monetari sono attualmente sistemi fiduciari; non ammettono la libera convertibilità della moneta e ad essa viene conferito valore dalla legge, anziché dal suo contenuto nominale di oro o argento.

I sistemi moderni vengono anche definiti "monete amministrate", poiché il valore delle unità monetarie dipende in gran parte dalla gestione governativa e dalle politiche economiche.

 

PROMESSA DI PAGAMENTO

Oggi il credito, ossia l'utilizzo di una promessa di pagamento, costituisce un prezioso strumento che affianca la moneta.

Molte imprese usano strumenti di credito anziché moneta corrente.

I depositi bancari vengono comunemente inclusi nella struttura monetaria di un paese; il termine offerta di moneta significa la moneta in circolazione, più i depositi bancari.

Il reale valore del denaro è determinato dal suo potere d'acquisto, che a sua volta dipende dai prezzi dei prodotti.

Secondo la teoria quantitativa, i prezzi sono determinati in gran parte o interamente dalla quantità di moneta in circolazione.

L'esperienza ha dimostrato, tuttavia, che altrettanto importanti per la determinazione del livello dei prezzi sono la velocità di circolazione della moneta e il volume della produzione di beni e servizi.

 

CORSO FORZOSO

La moneta a corso forzoso, cioè tutte le attuali monete emesse dalle banche centrali, non sono convertibili nel metallo che le garantiscono.

La convertibilità è cessata quando la quantità di cartamoneta emessa ha superato il valore del metallo prezioso che rappresentava.

Da quel momento il valore della moneta è stabilito dal mercato, a prescindere dal valore reale posto a garanzia della moneta.

Una moneta è tanto più forte quanto più forte appare l’economia del paese nel quale si trova la banca che la emette.

Purtroppo, la forza apparente di un'economia non corrisponde alla sua forza reale ma è determinata da altri fattori: la potenza bellica del paese, la sua capacità di gestire i mezzi d'informazione, la sua presenza (egemonia) nei rapporti di scambio.

Questi fattori determinano spesso un valore monetario apparente differente dal valore reale.

Per esempio, il valore apparente del Dollaro degli Stati Uniti d’America (il cui valore reale d'emissione è pari a soli tre centesimi di Dollaro) è di gran lungo superiore al suo valore reale.

Se tutti coloro che possiedono Dollari statunitensi li scambiassero in una sola volta con beni, ci si accorgerebbe che la quantità di Dollari in circolazione è superiore a mille volte il prodotto interno lordo annuale degli Stati Uniti d’America ed è anche superiore al valore di tutti i beni mobili ed immobili presenti sul pianeta.

In tal caso, ci si accorgerebbe che il valore reale del Dollaro è pari al 3% del suo valore apparente. Sarebbe un disastro: la catastrofe monetaria.

Anche l’Euro ha un valore reale inferiore a quello nominale ma certamente la differenza è molto meno sensibile di quella del Dollaro statunitense.

Tuttavia, paradossalmente, per effetto degli altri fattori che determinano il valore della moneta (potenza bellica, egemonia degli scambi) mentre l’Euro ha un valore reale pari a sette od otto volte quello del Dolllaro, il suo valore di mercato (tasso di cambio) è inferiore e non basta un Euro per avere un Dollaro.

 

MONETA E BANCA

Per ogni 100 unità monetarie che riceve in deposito la banca presta 1.000 unità monetarie.

Per esempio, per ogni milione di Dollari o di Euro di depositi, la banca è tenuta a rimettere il 10/15% alla banca centrale ma è autorizzata a prestare 100 milioni di Dollari o di Euro.

In questo modo, la banca determina non solo il livello di sviluppo di un'economia ma anche la destinazione delle risorse e della ricchezza, perché decide a chi, perché ed in cambio di che cosa prestare denaro.

E siccome in una economia di mercato il profitto è di norma proporzionato ai mezzi ed alle risorse impiegate, è la banca, e non chi vuole produrre, che decide chi deve guadagnare di più e chi deve guadagnare di meno.

Non importa quale sia il governo di un paese e quale politica economica voglia promuovere.

La banca è in grado, da sola, di determinare i rapporti economici di qualsiasi paese a prescindere da chi lo governa. L’importante è che possa emettere moneta e che possa prestarla, agli stati come ai privati.

 

DHANA

Per realizzare uno degli obiettivi fondamentali della Repubblica della Terra, cioè la ridistribuzione della ricchezza, è stata emessa Dhana.

Dhana è la moneta della Repubblica della Terra.

La base monetaria di Dhana non è costituita da metalli preziosi, da altre valute, da crediti o da titoli pubblici ma solo da capitali d'imprese che producono beni o servizi.

Adam Smith, che rifiutava decisamente le conclusioni protezionistiche del pensiero mercantilista, sottolineò che la ricchezza non era costituita dai metalli preziosi, bensì dai materiali che essi potevano comprare.

Dhana è quello che le altre monete vorrebbero essere: un mezzo di scambio che rappresenta valori economici reali esistenti.

Dhana è una moneta universale che può essere utilizzata come corrispettivo di scambio in tutto il mondo.

I primi sei miliardi di Dhana sono stati garantiti da un capitale di 150 miliardi di Euro, una Dhana per 25 Euro.

Ad ogni abitante del pianeta che partecipa alla Repubblica della Terra sono assegnate 100 Dhana.

In totale è prevista l’emissione di circa 450 miliardi di Dhana: 100 Dhana per ciascuno dei 4,5 miliardi di abitanti della Terra che partecipano agli scambi.

Con l’aumento della popolazione saranno poi emesse altre Dhana in modo da assicurare sempre 100 Dhana per ogni abitante del pianeta.

 

CARATTERISTICHE DI DHANA

Dhana è emessa in moneta fisica, elettromagnetica e telematica.

Dhana in moneta fisica è una cartamoneta dotata di tutti i sistemi di sicurezza attualmente conosciuti che la rendono difficilmente falsificabile.

Dhana in moneta elettromagnetica, è registrata in una piccola cassa elettromagnetica denominata Gandhana con la quale si possono effettuare pagamenti e riscossioni fino ad una distanza di alcuni metri da un’altra Gandhana.

Dhana in moneta telematica è gestita tramite un conto corrente registrato su Internet (www.dhana.org).

Dhana si divide in mille Kana-Dhana ed è emessa nei tagli da 1, 5, 10, 50, 100 Dhana e da 1, 5, 10, 25, 50, 100, 250 e 500 Khana-Dhana.

Dhana è una rivoluzione monetaria. Essa riconduce la moneta alla sua funzione originaria di mezzo di scambio.

Invece di avere una base monetaria metallica Dhana ha una base monetaria produttiva.

Tre motivi hanno sconsigliato di garantire Dhana con metalli preziosi.

Innanzitutto la difficoltà e l’inutilità di convertirla in metallo prezioso, perché la funzione della moneta deve essere quella di mezzo di scambio e di unità di misura di valore e non di tesaurizzazione di ricchezza.

In secondo luogo, la quantità di metallo prezioso che sarebbe necessaria per garantire l’emissione di 450 miliardi di Dhana (11250 miliardi di Euro, circa 9.900 miliardi di Dollari statunitensi) non è disponibile sul pianeta e comunque sarebbe tale da provocare la riduzione del prezzo dei metalli, provocando il collasso di tutte le altre monete.

La terza ragione è che, se è vero come è vero che una moneta vale per ciò che rappresenta, si è pensato che i beni più adeguati a garantire il valore di Dhana e la sua rivalutazione nel tempo siano le quote di capitale di imprese produttive.

Ogni Dhana emessa è, infatti, totalmente garantita da un capitale di impresa produttiva ed è convertibile in quote del capitale che la garantiscono.

A prescindere dal suo valore di mercato (tasso di cambio), ogni Dhana ha un valore reale pari al suo valore nominale poiché rappresenta valori materiali esistenti.

Il valore di emissione di una Dhana è di 25 Euro, circa 22 Dollari al cambio attuale.

In realtà, se consideriamo il valore reale (quello effettivamente garantito) di queste due monete, il valore di Dhana è ben superiore.

Il valore reale di una Dhana è pari al valore reale di circa 100 Euro (garantiti al 25%) ed addirittura di circa 733 Dollari statunitensi (garantiti al 3%).

Quindi il valore di mercato di una Dhana è di 25 Euro al momento della emissione ma tenderà ad aumentare con l’aumento della circolazione.

Naturalmente nessuno vorrà scambiare Dhana con altre monete ma solo con beni o servizi, ben sapendo che il rapporto di cambio fra Dhana e tutte le altre monete è destinato ad aumentare.

Dhana si rivaluterà nella stessa proporzione in cui le altre monete si svaluteranno.

 

PERCHE’ DHANA?

Ci si potrebbe chiedere perché invece di emettere una nuova moneta non si è pensato di distribuire ad ogni abitante del pianeta un valore proporzionale in altre monete, Dollari, Euro o Yen.

La risposta è semplice.

Primo: distribuire in parti uguali le attuali valute significherebbe indurre le banche centrali ad emettere ulteriore moneta provocando una colossale svalutazione senza alternative.

Secondo: utilizzare le attuali valute significherebbe perpetuare gli attuali sistemi monetari fondati su valori apparenti.

Terzo: l’attuale sistema monetario internazionale è egemonizzato da pochi paesi, ed in particolare dagli Stati Uniti, i quali fanno pagare la loro supremazia ed il loro benessere a tutti gli altri popoli.

Come fanno? Emettendo Dollari per acquistare beni all’estero (visto che negli Stati Uniti si consuma più di quanto si produce) e per sostenere le spese pubbliche (il debito pubblico americano è quasi interamente detenuto da soggetti esteri).

È proprio per interrompere questo processo che è stata emessa Dhana, la quale deve essere la moneta di tutti, di chi lavora, produce e consuma e di chi non può farlo, e non di chi la emette.

Dhana deve generare un nuovo sistema monetario universale che assicuri un’equa distribuzione delle risorse e della ricchezza, cancellando le prerogative e le egemonie originariamente acquisite con la forza.

 

POLITICA MONETARIA

La politica monetaria consiste nel controllo della quantità di moneta in circolazione, per evitare che, una quantità in eccesso provochi una svalutazione monetaria ed un aumento dei prezzi ed una quantità in difetto, impedisca l’acquisto dei beni di consumo e quindi la soddisfazione dei bisogni.

Con Dhana non servirà più alcuna politica monetaria. Dare 100 Dhana a ciascun abitante della Terra significa mettere in circolazione circa 450 miliardi di Dhana, pari al valore necessario agli scambi non solo attuali ma anche futuri.

Infatti, quando l’effetto di Dhana sulle economie di tutto il mondo si sarà compiuto, con l’aumentare della produzione e della ricchezza aumenterà il valore di Dhana, con la conseguenza che se oggi per comprare una cosa servono cinque Dhana, domani ne serviranno quattro, poi tre e così via fino a quando la stessa Dhana non avrà più ragione di esistere.

 

DHANA E LE ALTRE MONETE

Dhana è lo strumento per ridistribuire la ricchezza.

Dhana riporta la moneta alla sua funzione originaria di mezzo di scambio, di baratto di beni utili con un titolo che rappresenta altri beni utili, alla pari.

Dhana non incide sulla proprietà. L’attribuzione delle 100 Dhana non richiede alcun corrispettivo. I proprietari di beni mobili ed immobili e di qualsiasi altro valore possono stare tranquilli.

Dhana rappresenta l’inizio e non la conclusione di un nuovo processo di rapporti economici, l’innesco di una nuova concatenazione che non impoverisce i ricchi e riduce la povertà dei più poveri.

Le risorse per le successive emissioni saranno messe a disposizione da imprese che sono state costituite e gestite all’unico scopo di produrre ricchezza per garantire questa nuova moneta.

Le imprese che garantiscono Dhana sono di proprietà di privati e di fondazioni che hanno compreso la necessità di mettere a disposizione di chi lavora, produce e consuma un nuovo mezzo di misura del valore e di scambio.

Questi soggetti hanno accettato di svestirsi del possesso di valori ingenti.

Essi hanno saputo riconoscere la diversità fra proprietà e possesso. Sono rimasti proprietari dei loro valori ma hanno rinunciato al loro possesso.

Scambiare beni con le altre monete, soprattutto con Dollari, significa ricevere un pezzo di carta con un valore reale molto più basso di quello che sembra. Scambiare beni con Dhana significa ricevere un mezzo di pagamento che rappresenta un valore superiore al prezzo del bene scambiato.

 

SEMPLICITA’

Qualcuno potrebbe considerare Dhana ed il nuovo sistema monetario che mette in moto come una ipotesi semplicistica.

Non è così. Non bisogna confondere semplicità non semplicismo.

Le cose più semplici sono sempre le più vere.

Leggendo gli articoli dell’accordo che vincola al sistema monetario internazionale (Articles of Agreement of the International Monetary Fund) tutti i paesi che aderiscono al FMI (Fondo Monetario Internazionale) ci si rende ben conto di quanto siano difficili, complesse, complicate, ardue, astruse, enigmatiche, intricate, talvolta incomprensibili ed oscure le norme e le clausole previste.

Perché sono state fatte così? Primo, per garantire l’egemonia di chi ha proposto il FMI. Secondo, per poter avere sempre ragione. Terzo, per impedire la diffusione della conoscenza dei meccanismi monetari.

Dhana è uno strumento semplice, elementare, privo di complicazioni o difficoltà, facile da capire e da usare.

Ciò non significa che chi la propone sia inesperto e non conosca ancora gli uomini e le difficoltà del mondo e nemmeno che sia un ingenuo, sciocco e credulone senza senno. Massima semplicità e schiettezza sono il risultato di una grande complessità.

Per elaborare una proposta elementare, facile, quasi ovvia, evidente, chiara, palese, piana, manifesta ed agevole e per poterla presentare in modo sobrio, essenziale, misurato, disinvolto, sciolto e naturale sono occorsi anni di studio ed un grande impegno per dimostrare a tante persone la necessità di adottare questo strumento.

Semplicismo è maniera troppo semplice e superficiale di ragionare, genericità, esteriorità, apparenza, facciata.

Con Dhana si è invece badato alla essenza, alla sostanza, ben sapendo che reinventare la realtà è quasi impossibile ma si può fare se non è per se stessi.

Naturalmente ci saranno diffidenza e soprattutto indifferenza.

La diffidenza dell’ignoranza e quella della paura. L’indifferenza dell’appagamento e quella dell’incoscienza. La diffidenza e l’indifferenza di chi finge pensando di fare il proprio interesse.

La logica insegna che da una premessa vera deriva una conclusione vera.

Talvolta la premessa pur essendo vera non valida e la conclusione è altrettanto vera ma non valida.

Cogito ergo sum. Penso quindi sono, esisto. La premessa e la conclusione sono vere.

Ma sono anche valide? La conclusione è sempre valida?

Lo è per chi ha avuto la fortuna di nascere dove esistono le risorse e gli strumenti per nutrirsi, curarsi, conoscere, informarsi, lavorare, produrre e svilupparsi, dove esiste almeno un’apparenza di libertà e di democrazia.

Non lo è per chi nasce per soffrire senza la possibilità di poter lottare per risolvere non solo i propri desideri ma nemmeno i propri bisogni essenziali. Per questi ultimi, “essere” non è più valido che per un qualsiasi altro animale da macello, destinato ad essere strumento dell’appagamento di bisogni e desideri di altri animali.

La validità di un argomento va dunque distinta dalla verità della conclusione.

Naturalmente se una o più premesse sono false, la conclusione di un argomento valido dovrebbe essere falsa. Ad esempio la locuzione "Tutti i mammiferi sono quadrupedi (è falso), tutti gli uomini sono mammiferi, di conseguenza, tutti gli uomini sono quadrupedi" è un argomento valido con una conclusione falsa (perché è falsa la premessa).

D'altra parte, come abbiamo visto, un ragionamento non valido potrebbe avere, casualmente, una conclusione vera, come in questo caso: "Alcuni animali sono bipedi; tutti gli uomini sono animali; di conseguenza, tutti gli uomini sono bipedi", che è un ragionamento non valido con una conclusione vera.

La validità logica dipende, quindi, esclusivamente dalla forma del ragionamento e non dal suo contenuto.

 

Emissione

Tutte le altre monete sono attualmente emesse da banche centrali autorizzate dagli stati nazionali. La quantità di moneta emessa dipende dalle esigenze dei consumi.

Dhana è emessa direttamente dalla Repubblica della Terra, quindi da un governo e non da una banca.

È stato considerato che 450 miliardi di Dhana, pari ad un valore di emissione di 11.250 miliardi di Euro ed a circa 9.900 miliardi di Dollari statunitensi (al tasso di cambio attuale) siano sufficienti al fabbisogno di moneta per tutti gli scambi a livello mondiale.

Considerando che nel complesso di tutti gli scambi intervengono circa 4,5 miliardi di abitanti del pianeta, saranno assegnate 100 Dhana ad ognuno di loro.

Con l’adozione della nuova moneta europea sono stati emessi circa 650 miliardi di Euro per circa 250 milioni di persone adulte che vivono nei paesi dell’Unione Monetaria Europea.

Ogni persona avrà a disposizione in media circa 2.500 Euro.

Il controvalore di emissione di 100 Dhana è di 2.500 Euro.

Non sono previste ulteriori emissioni da distribuire fra gli abitanti della Terra, a parte quelle necessarie in seguito all’aumento della popolazione.

Potranno essere fatte ulteriori emissioni solo per essere destinate a particolari iniziative umanitarie.

L’adozione di Dhana provocherà un aumento della produzione.

L’aumento della produzione provocherà l’aumento del valore di Dhana e la contestuale riduzione dei prezzi al consumo.

L’aumento del valore di Dhana consentirà quindi di far fronte agli aumenti dei consumi senza emissione di nuova moneta.

Ci si potrebbe chiedere: “Se Dhana è garantita con un valore rappresentato da un’altra valuta (l’Euro), ed avendo l’Euro un valore reale inferiore a quello nominale, anche Dhana ha un valore reale inferiore a quello nominale.

Non è così. Dhana è garantita da un capitale espresso in Euro come unità di misura di valore e non come mezzo di scambio.

Facciamo l’esempio della gallina e delle uova. Il prezzo di una gallina da uova è di circa 15 Euro e quello di un uovo è di circa 12,5 centesimi (un ottavo) di Euro.

Una gallina potrebbe dunque essere scambiata per 15 Euro o per 120 uova. Ambedue hanno un prezzo espresso in Euro, quindi l’unità di misura del loro valore è l’Euro. Ma un conto è scambiare una gallina con 15 Euro ed un conto è scambiarla con 120 uova.

Nel primo caso l’unità di misura del valore (Euro) corrisponde al mezzo di scambio (Euro); nel secondo caso invece l’unità di misura di valore è l’Euro ma il mezzo di scambio sono le uova. Le uova hanno un valore reale pari al prezzo determinato dalla unità di misura di valore in Euro, l’Euro ha un valore reale inferiore al suo valore nominale. E così accade per tutte le altre monete.

Dhana corrisponde alle uova. La misura del suo valore è stata calcolata in Euro (avrebbe potuto essere calcolata in Dollari, Yen o altre monete) ma il suo valore reale è superiore al valore reale della moneta che funge da unità di misura del suo valore.

 

Garanzia

Tutte le altre monete sono garantite (parzialmente) da oro, valute (cioè altre monete) e titoli (di stato).

Per finanziarsi, gli stati emettono titoli e li danno alle loro banche centrali dalle quali ricevono in prestito monete emesse dalle stesse banche centrali.

Le riserve auree coprono meno del 15% del valore delle monete emesse.

Per due motivi non è possibile garantire Dhana con oro.

In primo luogo perché non esiste una quantità di oro sufficiente.

In 6.000 anni sono state estratte circa 135.000 tonnellate d’oro fino (24 carati). Il prezzo dell’oro si aggira intorno ai 280 Dollari per oncia. Un’oncia Troy è pari a 31,1034807 grammi. Quindi il prezzo dell’oro è circa 9 Dollari al grammo, 9.000 Dollari al chilogrammo, 9 milioni di Dollari per tonnellata. Le 135.000 tonnellate d’oro estratto in totale valgono circa 1.215 miliardi di Dollari americani.

Il prezzo in Euro è di circa 10 Euro per grammo, 10.000 Euro al chilogrammo, 10 milioni di Euro per tonnellata, 1.350 miliardi di Euro per 135.000 tonnellate.

In proposito, si ricorda che le riserve aurifere delle banche centrali sono circa 21.000 tonnellate d’oro fino. Alla fine del 2000 le tonnellate d’oro fino a garanzia delle principali valute erano: Stati Uniti 8.137 tonnellate, Germania 3.469, Svizzera 2.419, Francia 3.025, Italia 2.452, Olanda 912, Belgio 258, Giappone 764, Svezia 185, Canada 37.

Il valore di tutte le riserve aurifere delle banche centrali è di circa 189 miliardi di Dollari americani, pari a circa 210 miliardi di Euro.

Solo i primi sei miliardi di Dhana emessi sono stati garantiti da un capitale di 150 miliardi di Euro.

Se i primi sei miliardi di Dhana fossero stati garantiti interamente in oro, sarebbe stato necessario un quantitativo d’oro pari al 71,4% del totale di tutte le riserve aurifere con le quali sono garantite tutte le altre valute.

Per garantire interamente in oro i previsti 450 miliardi di Dhana (pari a 11.250 miliardi di Euro, 9.900 miliardi di Dollari americani) sarebbero necessarie 1.125.000 tonnellate d’oro fino, più di otto volte del quantitativo d’oro estratto in seimila anni.

Il secondo motivo che impedisce di garantire Dhana con oro è dovuto al fatto che una tale quantità, anche se si rendesse disponibile, provocherebbe una diminuzione del prezzo dell’oro.

Ad maggiore quantità disponibile corrisponderebbe infatti una riduzione proporzionale del prezzo dell’oro e quindi del valore della garanzia.

Analogo discorso vale per le garanzie in altre valute o in titoli di stato.

Essendo tutte le valute garantite più o meno nello stesso modo, la valuta di riserva posta a garanzia di una moneta ha un valore reale assai inferiore al valore nominale.

I titoli (di stato) posti a garanzia delle monete sono emessi da stati con bilanci in deficit che ogni anno producono perdite e, essendo i titoli pubblici rappresentati nella moneta ricevuta in prestito, lo stesso valore reale dei titoli risulta sempre inferiore al loro valore nominale.

In definitiva, le altre monete sono garantite (con oro, valute, titoli e crediti) per un massimo del 25% del loro valore nominale fino ad un minimo del 3%, mentre il valore di emissione di Dhana è garantito al 100%, non da oro o da altri metalli preziosi ma da capitali di imprese.

E così sarà nel futuro perché, mentre non saranno emesse altre Dhana oltre alle 100 per ogni abitante della Terra, l’aumento di valore di Dhana sarà effetto dell’aumento proporzionale del capitale delle imprese che la garantiscono.

 

Convertibilità

Nessuna moneta è oggi convertibile nella propria base monetaria, perché la quantità di moneta emessa rappresenta un valore superiore al valore della sua base monetaria.

Dhana è convertibile in qualsiasi momento in quote di capitale che la garantiscono, così come le stesse quote di capitale sono convertibili in qualsiasi momento in Dhana.

 

Autonomia

Attualmente le monete sono strumenti di politica monetaria.

Le autorità che le emettono decidono la quantità da emettere in base alle condizioni economiche dei paesi nei quali le monete sono emesse.

Dhana non ha bisogno di alcuna autorità di controllo.

Come il valore di Dhana dipenderà dallo sviluppo della produzione e non dalla quantità di Dhana emesse, così i consumi saranno proporzionali alla produzione e quindi al valore di Dhana.

 

Valore

Le altre monete hanno tutte un valore reale inferiore al loro valore nominale (unità di misura di valore) ed al loro valore apparente di mercato.

Dhana è emessa ad un valore reale esattamente pari a quello nominale ed in futuro il valore reale e quello di mercato saranno superiori al suo valore nominale, proprio perché il valore di emissione di Dhana è pari ad una unità di misura di valore (Euro) che rappresenta un valore superiore al valore reale della stessa unità di misura.

 

Rendimento

Tutte le altre monete sono date in prestito con un interesse.

Da ciò deriva il carattere speculativo di tutte le monete.

L’interesse è il corrispettivo di un rischio ed anche un sistema di contenimento della perdita di valore della moneta per effetto della sua svalutazione.

Per questo l’interesse che riconoscono le banche ai risparmiatori è proporzionato al tasso di inflazione.

Dhana non produce interessi perché non è fatta per la speculazione.

Chi la risparmia non deve temere alcuna svalutazione ma anzi può contare su una costante rivalutazione.

Chi la presta non corre alcun rischio perché in qualsiasi momento può trasformare i propri crediti in Dhana con quote di capitale che la garantiscono.

Ovviamente sarà necessaria un'autorizzazione al prestito, per evitare che vengano prestate Dhana a chi non potrebbe mai restituirle.

 

PRESENTE E FUTURO

Tutti gli attuali sistemi monetari hanno la stessa origine e sono frutto di una concatenazione fondata sulla legge del più forte.

Il più forte si è impossessato delle risorse ed ha imposto le proprie ideologie, tra cui la monetazione ed in generale l’andamento dei rapporti economici e degli scambi.

Come tutto, anche i sistemi monetari hanno avuto un inizio ed avranno una fine.

I liberi economisti di tutto il mondo hanno da qualche tempo previsto la fine degli attuali sistemi monetari ed in quel momento non avremo soltanto una catastrofe monetaria ma una catastrofe economica.

La stessa cosa è accaduta per l’ambiente. Da decenni gli scienziati mettono in guardia dagli effetti delle attività umane sul clima e sull’atmosfera.

Dicevano cose logiche e tuttavia restavano inascoltati.

Oggi il buco nell’ozono è una realtà drammatica, l’inquinamento dell’acqua e dell’aria pure.

L’insensibilità dei governanti e la loro impotenza rispetto a questi problemi rappresenta tutta l'incoscienza del potere, più rivolto a mantenere e consolidare il potere di chi ha voluto l’attuale sistema di rapporti umani, del quale sono il prodotto e lo strumento, piuttosto che ai problemi reali e concreti dell’insieme dell’umanità.

Normalmente ad ogni crisi segue una forma di rinnovamento apparente.

Se non sono eliminate o superate le cause originarie delle crisi, queste si ripeteranno. Il mondo andrà avanti lo stesso ma chi ne sopporterà il costo? Sempre i più deboli, naturalmente.

In questa situazione “cronica”, Dhana rappresenta un atto di rottura ed insieme di altruismo e di coraggio, ripartendo dall’inizio.

Non mediante una teoria al termine della quale si intraveda un apparente cambiamento ma attraverso una scelta che rompe con il passato ed introduce immediatamente il cambiamento.

Si potrebbe obiettare che, visto che non siamo tutti uguali, dividendo una certa quantità di moneta in parti uguali si corre il rischio che in poco tempo solo alcuni investano e producano nuova ricchezza mentre tutti gli altri potrebbero consumarla.

È vero. Questo rischio esiste. Ci sarà chi si farà prendere dall’istinto di soddisfare bisogni ed appagare desideri senza produrre. Ci sarà chi consumerà la ricchezza ricevuta senza lavorare.

Ma l’emissione di Dhana non si propone di eliminare le differenze o di comprimere la libertà degli abitanti della Terra.

Dhana si propone di assicurare a tutti le stesse condizioni di partenza o almeno condizioni sufficienti per svolgere la propria funzione di cittadini del mondo.

Intanto facciamo questa scelta, mai fatta da nessuno negli ultimi diecimila anni.

Poi vedremo. Vedremo se chi riceve 100 Dhana sapendo che non ne riceverà altre consumerà senza lavorare e senza produrre. Vedremo se Dhana sarà utilizzata per acquistare armi e droga oppure mezzi di produzione, informazioni, cultura, conoscenza e tutti quei beni materiali ed immateriali che servono ad ogni essere umano per risolvere i propri problemi di vita e di sviluppo.

E quand’anche a questa rivoluzione monetaria ed economica non facesse seguito una rivoluzione delle coscienze, avremo in ogni caso messo tutti nelle condizioni di poter vivere e di poter lottare per la propria felicità.

Non si può impedire un suicidio. Ma il suicidio è un atto di disperazione provocato da un malessere grave e ritenuto irreversibile.

Rimuovere la disperazione significa intervenire sulle cause del suicidio.

Nascondersi dietro a considerazioni come quella che dice che non sì da il pesce a chi ha fame perché una volta mangiato un pesce ne vuole un altro o quella che dice che il cane morde sempre la mano di chi gli ha dato da mangiare significa arrendersi, un po’ vigliaccamente, ad una storia che non ha fatto mai nulla per insegnare a pescare e per far capire al cane che una mano non è commestibile.

D’altra parte, Dhana non è un’elemosina ma un nuovo sistema monetario che può incidere radicalmente sui rapporti economici.

Per una volta, facciamo qualcosa di veramente nuovo. Non nel giardino di casa nostra, non in una città o in un paese, ma sull’intero pianeta.

Vedremo se popoli di tanti paesi e di interi continenti avranno ancora bisogno della tutela delle banche, del grande potere finanziario, degli stati che assicurano questo potere e delle loro armi, oppure se sapranno arrangiarsi da soli.

 

REPUBBLICA DELLA TERRA

Dhana è la nuova moneta della Repubblica della Terra.

Quali sono gli obiettivi di questa repubblica che si propone come governo mondiale di tutti gli abitanti del pianeta?

Eccoli.

Libero e pacifico sviluppo democratico. Libertà e pace sono facce della stessa medaglia. Libertà di pensiero e libertà di azione costituiscono infatti gli elementi dai quali trae origine la pace, intesa come equilibrio armonico fra soggetti in costante confronto privo di conflitti.

Ripartire da capo nei rapporti umani (con regole nuove da cui sorgono comportamenti nuovi). Sia le regole sia i comportamenti di oggi sono frutto di cause originarie che continueranno a provocare gli effetti ai quali siamo abituati fino a quando non saranno rimosse.

Libertà garantita da regole precise, secondo posizioni etiche (Kant) che individuano la fondamentale aspirazione dell’essere umano nella libertà dell'individuo, la quale, se rimane indimostrabile nel campo scientifico, trova nondimeno la sua legittimità da un punto di vista morale. Libertà considerata essenzialmente come autonomia, ossia come capacità della nostra volontà di legiferare razionalmente e da se stessa in campo morale.

Democrazia effettiva e decisioni democratiche, prive delle ben note occulte manipolazioni dei sistemi elettorali.

Pace duratura su tutto il pianeta, anche attraverso la smilitarizzazione di tutti gli stati.

Sviluppo e redistribuzione della ricchezza sul pianeta. Dhana ed un complesso di progetti relativi alla alimentazione, alla salute, allo sviluppo di nuove imprese, alla sicurezza ed ai grandi problemi di oggi, come quello dell’acqua e del clima, consentiranno di costruire un futuro più bello e più giusto, con la massima solidarietà possibile.

Dissinnescare gli eccessi di fondamentalismo sia religioso sia di altra natura, liberando i sentimenti dai dogmi, dai falsi miti e dalle dottrine che predicano bene e razzolano male.

Sono proposte cosmopolite. Che significa? Il cosmopolitismo è una cultura che sostiene l’appartenenza dell’uomo al mondo, in una visione che supera la distinzione in razze, etnie o nazioni. In età ellenistica fu elemento distintivo delle scuole filosofiche cinica e stoica. Il concetto venne ripreso dagli illuministi, i quali vagheggiarono l’instaurazione di un ordine universale basato sulla legge di natura e non sulle differenziazioni storiche. E le leggi di natura dimostrano la coesistenza di eguaglianza di condizioni oggettive e di differenze soggettive.

Nell’ideare la Repubblica della Terra e la sua moneta, siamo partiti dalla realtà degli ultimi diecimila anni che conosciamo, dalla storia e non da miti, fantasie o leggende. Siamo partiti da fatti concreti, reali.

Il perno intorno al quale gira il mondo non può essere uno stato, un gruppo di stati e nemmeno una organizzazione formata da tutti gli stati ma un governo democraticamente eletto da tutti gli abitanti del pianeta.

Chi ha parlato di repubblica e di governo mondiale?

Va a Cicerone il merito di aver definito in maniera chiara il concetto di repubblica, intesa "non come un qualunque aggregato di uomini, ma come un insieme di persone accomunate dal consenso dato alle leggi e da un comune interesse".

In essa acquisivano un ruolo primario le virtù civiche, che si esprimevano nella partecipazione alla vita pubblica, e le virtù morali.

Secondo Platone gli strumenti che dovrebbero formare i governanti filosofi sono un regime di proprietà comunistico e uno specifico sistema di educazione. È una visione olistica (dal greco holos: un tutto insieme) della storia e dei soggetti che l’hanno costruita.

Eintsein affermava che "l'unica salvezza per la civiltà e la specie umana risiede nell'istituzione di un governo mondiale, cosicché la sicurezza delle nazioni sia fondata sulla legge”.

Platone, Cicerone, Einstein, de Béthene, Penn, l'Abate Saint Pierre, Montesquieu, Rousseau, Kant, Singer, Niels, Tamames, Berlinguer, Gorbaciov, Palme, Luther King, Norberto Bobbio e tanti altri illustri personaggi hanno indicato nel governo mondiale la soluzione alle ingiustizie ed ai conflitti.

Gli stati si trovano oggi a fronteggiare una situazione che mette in discussione la loro stessa legittimità ed esistenza.

La globalizzazione dell’economia, i flussi migratori, la diffusione dell’informazione concorrono a circoscrivere l’azione degli stati.

A questa evoluzione del panorama internazionale corrisponde la nascita di istituzioni che rilevano alcune funzioni proprie degli stati, mentre in alcune aree si sviluppano progetti di integrazione, come nel caso dell’Unione Europea, vista da alcuni come alternativa allo stato nazionale e da altri come evoluzione verso nuove e più grandi entità statali.

I personaggi che hanno parlato di governo mondiale fino ad ora hanno immaginato che gli stati si riuniscano in un’unica grande federazione planetaria.

Purtroppo, una simile iniziativa, ammesso che fosse voluta, non potrebbe incidere sul processo dei rapporti umani, perché sarebbe espressione degli stessi sistemi politici che hanno prodotto la situazione attuale, sistemi che tendono a consolidare e perpetuare se stessi.

Andiamo a vedere cosa hanno prodotto istituzioni internazionali come le Nazioni Unite, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, la FAO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Meno povertà sul pianeta? Più giustizia? Niente guerre? La salvaguardia dell’ambiente?

Non era possibile fare di più? Certo non è stato fatto. I tre uomini più ricchi della Terra hanno più ricchezza dei 46 paesi più poveri del mondo.

Decine di milioni persone, molti bambini (i più deboli) continuano a morire di fame e di malattie curabili ma non curate perché mancano le risorse per acquistare i farmaci necessari.

Fame, armi, droga, guerre, riciclaggio sono antichi mali irrisolti. Non perché non siano curabili ma perché serve ad alcuni che sia così.

Il nuovo deve ripartire dal basso, dalla gente, dai cittadini del mondo.

Fino ad ora, di governo mondiale ne hanno parlato come di una entità fondata dagli stati. Ed invece, un governo mondiale effettivamente democratico non può essere fondato dagli stati ma deve partire dal basso, dalla gente.

Per farlo, c’è bisogno di idee, risorse, organizzazione.

Le idee presentate dalla Repubblica della Terra nella sua Costituzione corrispondono alle attese di tutti gli abitanti e di tutti i popoli della Terra.

Le risorse sono messe a disposizione da chi ha avuto la fortuna di poter produrre ricchezza e sono gestite da chi ha avuto incarico di orientarle al cambiamento storico degli attuali sistemi.

L’organizzazione dovrà generarsi spontaneamente dai partecipanti a questo strumento (perché di uno strumento si tratta) nella misura in cui  prenderanno coscienza della realtà ed avranno fiducia nelle proprie forze.

Serve pubblicità? Propaganda? Non deve servire. Se un’idea è buona ed esistono gli strumenti per metterla in pratica gli interessati la accolgono.

Esistono problemi politici e problemi economici. Con la Repubblica della Terra e Dhana si vogliono affrontare. Ma esiste anche un limite morale che ci deve guidare sempre, anche quando ci sembra che la nostra soluzione sia la migliore. Altre volte nella storia è andata diversamente ed abbiamo visto i risultati.

Le soluzioni non devono essere imposte a tutti i costi. Utilizzando persone come quelle che sostengono i sistemi attuali si potrebbe ottenere la rapida adesione di miliardi di persone a questi due strumenti.

Con una operazione di marketing come quelle che si usano ormai di consueto per ottenere consenso sarebbe possibile fare una sorta di “attacco lampo” all’esistente per trasformarlo in altro. Le risorse non mancano. Basterebbe utilizzare una minuscola parte di quanto viene destinato a scopi produttivi.

Ma è stata compiuta una scelta diversa, la scelta di fare quello che si ritiene giusto dal punto di vista etico e morale. E si ritiene giusto che le persone siano libere di scegliere. Solo in questo modo si può formare e sviluppare l’autocontrollo, la presa di coscienza della realtà.

Dovremo informare, questo sì. Daremo tutte le informazioni necessarie in tutte le lingue e con tutti i mezzi di comunicazione.

Ci ricordiamo sempre una frase del filosofo danese Soren Aabye Kierkergaard (Copenaghen 1813-1855) che dice più o meno così: “Se una cosa si può farla, è utile e giusto farla eppure non la si fa è perché non la si è capita abbastanza”.

Ci si augura invece di non doversi difendere da atti inconsulti.

La Repubblica della Terra e la sua moneta sono state pensate e presentate in assoluta buona fede, con sincerità, adottando le regole del diritto internazionale e le norme dei paesi nei quali sono state compiute le operazioni necessarie a promuovere questi strumenti.

Concetti, metodi e tecniche sono stati coniugati con strumenti operativi.

Nessuno, nemmeno chi ha ideato queste proposte sarebbe più in grado di interromperle o di fermarle. Ben consapevole di questo fatto, chi ha ideato ha pensato anche alla propria sicurezza. Non avendo fatto nulla di male non teme alcun Ecelon, anzi non conosce proprio la paura.

Tuttavia, seguendo il consiglio di Cristo “Siate puri come colombe e prudenti come serpenti” (Tommaso, verso 39), si è premurato di conoscere i metodi ed i mezzi di chi è “capace di tutto”.

Pacificamente, senza violenze e senza colpi di testa, le idee potranno essere oggetto di valutazione e di confronto e nessuno dovrà stare peggio di prima.

Azioni inconsulte, dettate dal fastidio, dalla paura o dall’ansia, non farebbero altro che accelerare il processo di diffusione di Dhana e gli effetti di una tale accelerazione si rifletterebbero innanzitutto su chi volesse usare la forza. Sia sugli attori sia sui mandanti.

Sarebbe il prezzo dell’ultima ingiustizia.

10 gennaio 2002.

Rodolfo Marusi Guareschi

Per informazioni sull’oro, vedere www.italpreziosi.com