Prima lettera al Papa - 1993

 

 

 

                                                AL PAPA GIOVANNI PAOLO II

                                                ED AI VESCOVI DELLA CHIESA CATTOLICA

 

 

 

Prot. 2107

 

 

 

            Che avrebbe pensato quell'Uomo, nato oltre duemila anni fa, se avesse saputo che la ricorrenza della sua nascita sarebbe stata il 25 dicembre di ogni anno, giorno in cui i pagani festeggiavano la nascita del Dio Sole? Che avrebbe scritto se avesse previsto che la Chiesa sorta dal suo messaggio avrebbe cambiato la storia, stabilendo che era nato da sette a diciassette anni dopo la sua vera nascita, quando ormai Erode era morto e la cometa che attraversò il cielo era già passata da un pezzo?

 

            Che avrebbe detto ai suoi apostoli se avesse saputo che Eleuterio, il tredicesimo papa, avrebbe smesso il saio ed avrebbe indossato le fastose vesti dei re? Che avrebbe detto lui, che fino all'ultimo aveva avuto un solo vestito, pur senza rinunciare al trono di Davide, quel trono che costò la vita ai primi cristiani, che Roma non poteva tollerare proprio perché per l'impero la Palestina doveva restare solo una provincia e non l'unione delle dodici tribù governate dalla stirpe davidica?

 

            Che avrebbe fatto se, dopo aver accettato di fingere di morire sulla croce ed essersi diretto verso il Kashmir, dove morì ad oltre cent'anni e dove riposa nella tomba di Rosabal, a 50 chilometri da quella di Mosè, avesse saputo che quel Paolo incontrato a Tarso avrebbe costruito a Roma il suo potere, invece di lottare per la terra nella quale era nato e della quale voleva essere il re ed il sacerdote?

 

            Che avrebbe fatto se avesse visto far passar per miracoli, lui che di miracoli non aveva mai parlato, le cose che egli stesso sapeva fare attraverso la conoscenza acquisita in tanti anni di studio e di esercizio per dimostrare quel che poteva fare il figlio dell'uomo, cioè un semplice essere umano? E come avrebbe reagito di fronte alle immani tragedie provocate dalla falsità degli uomini che in suo nome hanno compiuto ogni sorta di nefandezze, pur di salvaguardare il potere della sua Chiesa? Dall'accordo con Costantino a quello con Carlo Magno nella notte di Natale dell'ottocento a quello con Ferdinando II di Spagna, dalle crociate all'inquisizione, dalla scomunica delle verità storiche alla legittimazione del fascismo, dagli ori al controllo degli stati?

 

            Che avrebbe fatto se avesse sentito giudicare e contestare la scienza e la ricerca della verità, lui che conosceva e sapeva di essere una parte della verità in un determinato tempo ed in un determinato spazio? Che avrebbe fatto se avesse saputo che un certo Ignazio di Lojola avrebbe promosso una setta per difendere il potere e la credibilità dei re della sua Chiesa, che da secoli si dichiarano poveri ed asceti, mentre sono quasi sempre stati ricchi e con attività sessuali non diverse da quelle che avevano avuto lui con la sua donna e sua madre, che gli aveva dato tanti fratelli, con suo padre, prima di morire per la libertà del suo popolo?

 

            Che avrebbe pensato se avesse saputo che il successore di quel Pietro che non venne mai a Roma si sarebbe arroccato sulla sua pietra, cioè sul suo potere, dicendo al Mondo che le risorse della Terra sono universali aggiungendo, subito dopo, che la proprietà dei mezzi di produzione è legittima, perché garantisce la libertà? Che avrebbe detto lui, che aveva dimostrato, tra i primi, che tutti gli uomini hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, che siamo liberi ed uguali dalla nascita, se avesse letto che i cristiani sono i migliori?

 

            Che avrebbe fatto se avesse saputo delle connivenze machiavelliche tra gli esponenti della sua Chiesa ed il potere politico, i sicari della mafia, i più ricchi ed i più furfanti? Che avrebbe fatto se avesse sentito le parole di Paolo VI quando disse "liberate Aldo Moro, senza condizioni", provocandone l'assassinio? Che avrebbe fatto lui che aveva accettato di andarsene dalla sua Terra per affermare la sua Chiesa?

 

            Che penserebbe oggi, quell'Uomo, se sentisse le parole dell'ultimo re della sua Chiesa il quale, invece di criticare la storia di questa stessa Chiesa per i tanti errori commessi e per gli enormi costi derivati al genere umano dalle falsità tramandate dai suoi servi, si limita a giustificare le denuncie che altri stanno facendo ed a denunciare gli abusi verso quei suoi presunti credenti che hanno rubato, ucciso e fatto uccidere? Che direbbe lui che aveva affermato la necessità di perdonare soprattutto i più deboli?

 

            Gli abusi non sono incominciati ora, gli abusi sono nati quando sono stati scritti ed imposti i falsi storici, quando si è usato il rogo contro la libertà di parola, quando si è pretesa la decima sul lavoro dei poveri e sulle stesse elemosine? Quando si è condivisa l'ingiustizia di trarre in carcere chi aveva rubato una mela per non morire e quando sono stati intermediati i riciclaggi di denaro frutto di ricatti, di droga, di tangenti, di usura, di traffico di armi, di provvigioni sui contributi alla cooperazione verso i popoli più poveri?

 

            Che direbbe quell'Uomo se sapesse delle cattedrali nei deserti in cui vivono ogni giorno 45.000 bambini in meno, perché la fame e le malattie stroncano queste vite che hanno la sola colpa di esser nati e di non saper neppure perché devono morire? Che farebbe se assistesse allo scempio che si fa del suo messaggio, della sua forza e della sua morale, quando ci si rivolge ai popoli per fare la pace, mentre si alimentano le tensioni che conducono alla guerra?

 

            Che farebbe se vedesse affermare, al posto dello spirito di giustizia, di bontà, di libertà e di fratellanza che lo animavano, il partito di chi non ha neanche il coraggio di parlare della propria storia e tenta in ogni modo, senza averne l'autorità morale e religiosa, di mantenere tutto come prima, come sempre? Che potrebbe dire quell'Uomo, "Santo Padre", se non quello che aveva detto ai farisei del tempio? Andatevene e, prima di andarvene, abbiate almeno l'umiltà ed il coraggio di vergognarvi!

 

            Ecco cosa vogliono sentirsi dire gli italiani dalla Chiesa. Non le auliche parole di chi vanta autorità e si permette sermoni e paternalismi, non sottili messaggi demagogici e gesuitiche riserve, non la predica di chi ha razzolato male e non vuol cambiare, non l'espressione di catechismi nei quali la verità assoluta vorrebbe far inchinare la ricerca della verità. Gli italiani, in questo momento, vorrebbero sentirsi dire: anch'io vi ho fatto sbagliare, anch'io ho tante colpe, più di voi: perdonatemi.

                                               

                                                                         Rodolfo Marusi Guareschi

                                                                         

 

A questa lettera hanno risposto alcuni vescovi, uno dei quali ha scritto: «Non ho parole da portare a nostra difesa»

 

Successivamente, il Papa ha scritto le frasi che si riportano di seguito.

 

"… è nostro dovere soffermarci a riflettere, in prossimità ormai della fine del secondo Millennio …"

 

"… la motivazione etico-antropologica è alla base dei cambiamenti epocali e del crollo repentino e veramente straordinario del sistema comunista …"

 

"… non di rado si registrano rigurgiti di esasperato nazionalismo…"

 

"…necessario un profondo rinnovamento sociale e politico … che passi attraverso un rinnovamento delle menti e dei cuori e, dunque, al rinnovamento culturale, morale e religioso …"

 

"... manipolazione dell'opinione pubblica ..."

 

"... eredità della cultura ... della quale ... gli italiani di oggi non possono che essere fieri ..."

 

"... le divisioni esistenti tra Occidente ed Oriente e tra Nord e Sud del Pianeta ... oggi questa condizione si fa più acuta ..."

 

"… Quali sono le possibilità e le responsabilità dell'Italia?"

 

"… Sono convinto che l'Italia come nazione ha moltissimo da offrire a tutta l'Europa…"

 

"... bisogna domandarsi fin dove giungono gli abusi ..."

 

"... l'esortazione al rinnovamento morale e ad una profonda solidarietà degli italiani ... per promuovere ... il superamento delle divisioni e delle contrapposizioni …"

 

"... la nostra comune sollecitudine per l'Italia non può esprimersi soltanto attraverso le parole ..."

 

"... è mia convinzione ... che la Chiesa in Italia possa fare molto di più di quanto si ritiene generalmente ..."

 

"... quell'eredità di valori umani e cristiani che rappresenta il patrimonio più prezioso del popolo italiano …"

 

"... era cristiana, avvalorata dall'effusione del sangue di numerosissimi martiri …"

 

"... eredità dell'unità ... comune fede e cultura ..."

 

"... i padri dell'Europa contemporanea ..."

 

"Le tendenze che oggi mirano ad indebolire l'Italia ... nascono anche sullo sfondo della negazione del cristianesimo …"

 

"Si vorrebbero costruire un'Italia ed un’Europa ... apparentemente neutrali sul piano dei valori ..."

 

"... ridurre il senso della sua esistenza e della sua azione ad una dimensione puramente economica e secolaristica …"

 

"... quando viene compiuto il bilancio politico ... del passato, dal dopoguerra ad oggi …"

 

"... quali siano i veri segni della presenza del disegno di Dio ..."

 

"... alcuni, inoltre, sono accusati di aver violato le leggi dello Stato ..."

 

"... iniziative di carattere giudiziario ..."

 

"... non si può dimenticare, però, tutto ciò che i cattolici, insieme ad altre forze democratiche ..."

 

"... una forza di ispirazione cristiana avrebbe cessato di essere necessaria ... sarebbe addirittura dannosa se non si riconducesse a Cristo, quello vero ..."

 

"... tutta l'Europa ha bisogno di una grande preghiera che passi, come onde convergenti, attraverso le varie Chiese ..."

 

"Essa è ... una forza che ha superato la prova della storia."

 

Speriamo, Santo Padre, che il Suo non sia un intervento rivolto al passato, accettando Suo malgrado il presente, per ripetere il passato nel futuro. Auguri.