COMUNICATO

Il coinvolgimento dei principali gruppi bancari italiani nelle vicende Cirio e Parmalat, in cui risulta coinvolta la stessa banca centrale, rischia di bloccare le attività creditizie e finanziarie del sistema economico italiano. Le piccole e medie imprese soffrono di mancanza di liquidità e le grandi stentano ad ottenere la fiducia del mercato.

È noto che le due vicende, nonostante le cifre che le riguardano, rappresentano solo una minima parte della situazione reale del Paese. Migliaia di attività sopportano da decenni l'egemonia dei grandi gruppi economici e bancari italiani e stranieri. Diverse grandi aziende non sono in grado di far fronte ai loro impegni se non attraverso nuovi indebitamenti. Il sistema bancario si regge prevalentemente su compensi derivanti dal collocamento di titoli e su plusvalenze da cessioni di partecipazioni.

Appare immanente il rischio di una catastrofe monetaria, causata da un dollaro ormai privo di valore reale (poiché garantito essenzialmente da debiti) e dal fatto che quasi tutte le altre monete sono in larga misura garantite da dollari. Ad esempio, per ogni tre per cento di perdita di potere d'acquisto del dollaro corrisponde necessariamente una perdita del due per cento del potere d'acquisto dell'euro. E non sembra possibile fermare questo processo di svalutazione monetaria, che trova riscontro, più che sui tassi di cambio, nei prezzi dei beni. L'indice generale dei prezzi reale è in aumento, nonostante la contrazione degli acquisti e dei consumi.

Queste sono le previsioni. In tutto il mondo. Non si può parlare di ripresa deducendo la ricchezza annuale prodotta nei singoli Paesi (PIL) da una massa di moneta circolante, che rappresenta beni e servizi solo per il cinque per cento. La realtà è ben diversa.

Per affrontare queste fosche previsioni - che non dipendono da chi le denunzia e da chi ha il coraggio di ammetterle - è necessario introdurre nuovi mezzi di pagamento con cui si possa riportare la moneta alla sua funzione originaria di mezzo di scambio e di misura del valore dei beni e dei servizi. Per questo, si esortano i Governi di tutti i Paesi a non ostacolare, ed anzi a promuovere, accanto alle monete nazionali, la diffusione di un'altra moneta, senza corso legale ma interamente garantita da capitali di imprese al valore nominale (non a quello di borsa).

La moneta Dhana corrisponde a questa esigenza. Dhana consente di riportare la moneta alla sua funzione originaria, ponendosi come mezzo per reimpiegare le risorse nell'economia reale e per ridistribuire la ricchezza in modo più equo. Non basterà. La moneta, anche se vera e reale, è solo uno, anche se il più importante, dei mezzi economici. Ma, Dhana non è un'idea isolata. È una delle iniziative del programma Holos Global System, trenta progetti promossi in tutti Paesi per affrontare i problemi più sentiti ed urgenti. Per realizzare questo progetto, fra il 2001 ed il 2002 sono stati messi a disposizione 12.500 miliardi di dollari che, dopo una serie di operazioni finanziarie, sono diventati circa 14.500 miliardi di euro al 18 dicembre 2003.

Si invitano le Istituzioni ad esaminare questo programma e le relative iniziative. Sono certamente originali ma, in fondo, si propongono di mettere in pratica ciò che da anni tutti chiedono e molti promettono. Questa volta andrà diversamente. È una promessa ed un impegno.

Grazie per l'attenzione.


Dhura is the Authority for Issue of Dhana Currency and for Control of Dhana Monetary System
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