Dhana con valore intrinseco

Informazioni sui metalli inseriti nei biglietti (in lamine)

(argento, iridio, oro, osmio, palladio, platino, rodio, rutenio)

ARGENTO

Elemento metallico bianco e lucente di simbolo Ag e numero atomico 47, appartenente al gruppo IB (o 11) della tavola periodica e alla serie degli elementi di transizione.

Noto fin dall'antichità, era utilizzato da alcuni popoli per la fabbricazione di oggetti ornamentali e di monete. Gli alchimisti chiamarono l'argento Luna o Diana, in onore della dea della Luna, e gli attribuirono il simbolo della Luna crescente.

L'argento è un ottimo conduttore di elettricità e, fatta eccezione per l'oro, è più duttile e malleabile di qualsiasi altro metallo. Ha durezza compresa tra 2,5 e 2,7 ed è quindi più duro dell'oro, ma più tenero del rame. Fonde a circa 962 °C, bolle a circa 2212 °C, ha densità relativa 10,5 e peso atomico 107,868.

L'argento è poco reattivo; è insolubile negli acidi diluiti e nelle basi, ma si scioglie facilmente in acido nitrico o solforico concentrati; a temperatura ambiente non reagisce con l'ossigeno e con l'acqua. Non si ossida se esposto all'aria ma viene facilmente attaccato dallo zolfo e dai solfuri presenti in piccole quantità nell'atmosfera; il caratteristico annerimento è dovuto alla formazione di solfuro di argento sulla superficie del metallo. Il solfuro di argento nero, Ag2S, è uno dei sali meno solubili in soluzione acquosa e questa proprietà viene sfruttata per separare gli ioni argento da altri ioni positivi.

L'argento è relativamente abbondante in natura ma si trova spesso combinato con altri elementi e quasi mai allo stato puro: i giacimenti più ricchi sono in Perù e in Norvegia, dove le miniere vengono sfruttate da secoli. Si trova spesso insieme all'oro e può essere recuperato in quantità considerevoli durante l'estrazione e lavorazione di questo metallo. Combinato con altri elementi, in particolare con lo zolfo, è presente in varie rocce e in numerosi minerali, tra i quali la cerargirite (detta anche argento cloruro o più spesso luna cornea), la pirargirite, la silvanite e l'argentite. Il metallo può inoltre essere ottenuto come sottoprodotto della lavorazione di minerali di piombo, di rame e di zinco. Quasi tutto l'argento prodotto in Europa deriva dalla lavorazione del solfuro di piombo, o galena. La maggior parte dell'argento estratto nel mondo proviene da Messico, Perù, Canada, Stati Uniti e Australia.

Nel processo di estrazione, i minerali d'argento vengono portati ad alte temperature in opportune fornaci in modo da trasformare i solfuri in solfati; da questi composti l'argento metallico viene prelevato per precipitazione chimica. Per estrarre l'argento dai minerali argentiferi del piombo, dello zinco e del rame si utilizzano vari processi metallurgici. Nel processo di amalgamazione, ad esempio, ai minerali triturati viene aggiunto un piccolo quantitativo di mercurio liquido, che forma con l'argento un particolare tipo di amalgama; questo materiale viene separato dai residui quindi distillato in modo da fornire, al termine del processo, argento puro. Nei metodi di lisciviazione, l'argento viene sciolto in una soluzione di un sale (di solito cianuro di sodio), quindi viene fatto precipitare portando la soluzione in contatto con zinco o alluminio metallici. Per separare l’argento dal rame si utilizza un metodo noto come processo Parker, comunemente applicato anche per l’estrazione dei metalli preziosi dal piombo. L'argento impuro prodotto per via metallurgica viene raffinato per mezzo di metodi elettrolitici (vedi Elettrochimica) oppure per coppellazione, un processo mediante il quale le eventuali impurezze vengono rimosse per vaporizzazione o assorbimento.

Molto noto è l'uso dell'argento in gioielleria, nella produzione di stoviglie, di vasellame e nel conio di monete. L'argento più pregiato, utilizzato in generale per l'argenteria, è costituito al 92,5% da metallo puro e dal 7,5% da rame. Per le applicazioni nel settore dell'industria vengono invece utilizzate più spesso leghe di argento che presentano buone proprietà meccaniche di durezza e resistenza all'usura. L'argento trovava vasti impieghi nella produzione di specchi o nella fabbricazione di coperture per lastre di vetro, ma in questi campi è ormai stato quasi completamente sostituito dall'alluminio. Attualmente grandi quantità del metallo vengono utilizzate nella produzione di componenti elettronici o di circuiti elettrici. Inoltre, soluzioni diluite di nitrato di argento (AgNO3) e di altri composti insolubili, come il potassio, vengono usate in medicina come antisettici e battericidi.

I sali di alogenuri di argento (bromuro, cloruro e ioduro di argento), che si scuriscono se esposti alla luce, vengono utilizzati nella preparazione delle emulsioni per le pellicole fotografiche. Questi sali sono solubili in sodio trisolfato, composto normalmente usato nel processo di fissaggio fotografico.

IRIDIO

Metallo bianco, estremamente duro, sfaldabile, di simbolo Ir e numero atomico 77; è uno degli elementi di transizione della tavola periodica. Fu scoperto nel 1804 dal chimico britannico Smithson Tennant e fu così chiamato per la natura iridescente di alcuni suoi composti.

L'iridio è totalmente inerte dal punto di vista chimico, resiste all'azione dell'acqua regia ma è attaccato dai sali fusi; presenta nei suoi composti stati di ossidazione 3 e 4. Ha peso atomico 192,22; fonde a circa 2454 °C, bolle a circa 5300 °C e ha densità relativa 22,4, la più alta fra tutti gli elementi.

È un metallo estremamente raro; si trova nei depositi alluvionali in leghe con il platino, sotto forma di platinoiridio e con l'osmio come osmiridio. Viene usato principalmente in lega con il platino per fabbricare strumenti di precisione, strumenti chirurgici, penne stilografiche, pesi e lunghezze standard.

ORO

Elemento metallico di simbolo Au (latino aurum) e numero atomico 79, appartenente alla famiglia degli elementi di transizione della tavola periodica.

L'oro puro ha colore giallo brillante ed è il più duttile e malleabile dei metalli: può essere ridotto in lastre dello spessore di 0,0001 mm e tirato in fili lunghi e molto sottili (29 g d'oro possono essere trasformati in un filo lungo 100 km). Ha durezza compresa tra 2,5 e 3, ed è quindi uno dei metalli più teneri; è un ottimo conduttore di calore e di elettricità. Finemente suddiviso l'oro è una polvere nera, che in sospensione colloidale conferisce alla soluzione un colore variabile tra il rosso rubino e il porpora.

Dal punto di vista chimico è un metallo poco reattivo: non viene attaccato dall'aria, dall'umidità e dal calore, ma si scioglie in soluzioni contenenti cloruri, bromuri e alcuni ioduri, in miscele ossidanti, in cianuri alcalini e in acqua regia, una miscela di acido cloridrico e nitrico. I suoi più importanti composti sono i cloruri e i cianuri. Fonde a 1064 °C, bolle a 2808 °C, ha densità relativa 19,3 e peso atomico 196,967.

Non è raro trovare minerali preziosi allo stato puro, quali oro e platino, mescolati ad altri minerali, in una sacca o in un filone all'interno di una roccia sedimentaria o ignea. Si tratta di vene geologiche, che si formano per la deposizione dei sedimenti trasportati dalle acque sotterranee nel corso dei millenni, o per l'iniezione di magma nelle fessure delle rocce ignee. L'oro, in particolare, si trova spesso nelle vene di quarzo.

Pur essendo piuttosto raro in natura, l'oro si trova omogeneamente distribuito sulla crosta terrestre, in genere nelle rocce quarzifere e nei depositi alluvionali, allo stato nativo o in lega con l'argento. Insieme al tellurio e all'argento è un costituente di alcuni minerali, come la calaverite e la silvanite. È presente col mercurio nell'amalgama d'oro, e in piccole quantità nella pirite; in tracce, si ritrova anche nella galena. È inoltre contenuto nell'acqua marina in concentrazioni comprese tra 5 e 250 parti su 1000 in peso d'acqua. Complessivamente la quantità d'oro nelle acque dei mari è valutabile attorno ai 9 miliardi di tonnellate, tuttavia i costi delle operazioni di recupero sono estremamente elevati.

L'oro era conosciuto e apprezzato fin dai tempi antichi, non solo per la bellezza e per la resistenza alla corrosione, ma anche per la facilità di estrazione e lavorazione rispetto a qualunque altro metallo.

Fin dall'antichità è stato usato come moneta e in gioielleria: dapprima allo stato nativo, poi in lega con altri metalli, che gli conferiscono la durezza necessaria; il contenuto in oro di una lega viene espresso in carati.

Per la doratura e per le iscrizioni, l'oro viene usato in forma di lamine sottilissime (foglie); la porpora di Cassio, una soluzione colloidale d'oro finemente diviso e idrossido di stagno, formata per reazione del cloruro d'oro con il cloruro di stagno, è invece utilizzata per colorare il vetro. L'acido tetracloroaurico trova impiego in fotografia, mentre il dicianoaurato di potassio è utilizzato per la doratura elettrolitica. L'oro è usato anche in odontoiatria, mentre i suoi radioisotopi sono impiegati nelle ricerche biologiche e nella diagnosi dei tumori (Marcatore isotopico).

Per estrarre l'oro dai fiumi si utilizzano le draghe, macchine dotate di una serie di pale che raschiano il fondo, riversando il contenuto in un apposito vaglio. Il materiale recuperato è rimescolato e lavato con acqua, in modo che la sabbia aurifera passi attraverso i fori del vaglio e si depositi su tavole oscillanti. Questo metodo può essere usato anche nei letti asciutti dei fiumi, purché vi sia acqua nel sottosuolo: viene scavato un pozzo, da cui si pompa acqua nel letto del fiume, dove successivamente è possibile mettere la draga in navigazione.

Nel processo di estrazione dell'oro dalle rocce, i minerali auriferi sono raccolti e sbriciolati con macchine apposite; si forma un'amalgama su foglie di rame coperte di mercurio (processo di amalgama), da cui l'oro viene ottenuto per distillazione, mentre il mercurio viene riciclato. L'oro può essere recuperato anche per cianurazione, che consiste nel trattare l'amalgama con una soluzione di cianuro di sodio, lasciando precipitare l'oro. In entrambi i metodi, l'oro deve essere successivamente purificato e separato dall'argento per elettrolisi. Alcuni minerali, soprattutto quelli in cui l'oro è combinato al tellurio, devono essere calcinati, ovvero riscaldati a elevata temperatura, prima dell'estrazione.

La forma più rara in cui l'oro può essere rinvenuto è la pepita; la più grande pepita mai trovata, la Welcome Stranger, pesa 71 kg ed è stata scoperta casualmente poco sotto la superficie del terreno a Victoria, in Australia, nel 1869.

L'oro era usato già al tempo delle antiche popolazioni del Mediterraneo, che lo ricavavano dalle sabbie alluvionali e dalla ghiaia. Lo stesso metodo veniva usato anche in India, in Asia centrale e nelle regioni del Mediterraneo occidentale. Con l'evolversi delle tecniche estrattive, già nei primi anni dell'era cristiana vennero sfruttati i filoni auriferi; ulteriori progressi nell'estrazione e nella produzione dell'oro vennero compiuti a partire dal Medioevo.

Attualmente i principali paesi produttori d'oro sono Sudafrica, Stati Uniti, Russia, Australia, Canada, Cina e Brasile.

OSMIO

Elemento metallico fragile, con colore bianco-azzurro, di simbolo Os e numero atomico 76; appartiene agli elementi di transizione della tavola periodica. Scoperto nel 1803 dal chimico Smithson Tennant, l'osmio ha durezza 7, fonde a 2700 °C, ha densità relativa molto alta, uguale a 22,61, e peso atomico 190,2. Resiste all'azione degli acidi, ma si scioglie in acqua regia o acido nitrico fumante; forma sali nei quali presenta stato di ossidazione variabile fra +1 e +8.

Il metallo si trova nei minerali di platino e sotto forma di lega con l'iridio. Le leghe con l'iridio e con il platino sono usate per la definizione di unità di misura e peso standard.

PALLADIO

Elemento metallico relativamente raro, di colore bianco-argenteo, simbolo Pd e numero atomico 46; appartiene agli elementi di transizione della tavola periodica.

Il palladio fu scoperto nel 1804 dal chimico britannico William Hyde Wollaston. È duttile, malleabile, resistente alla corrosione, e presenta perlopiù le stesse caratteristiche fisiche del platino ma, a differenza di quest'ultimo, fonde più facilmente e può essere agevolmente saldato. Il palladio finemente triturato può adsorbire sulla sua superficie vari gas; se portato alla temperatura di circa 100 °C, adsorbe quantità di idrogeno o di acetilene pari a 1000 e fino a 3000 volte il suo volume. Viene attaccato dagli acidi concentrati ed è corroso rapidamente dall'acqua regia. Forma composti divalenti e tetravalenti e ha lo stesso comportamento chimico del platino. Fonde a circa 1554 °C, bolle a circa 2970 °C, ha densità 12,02, e peso atomico 106,4. Piuttosto raro sulla superficie terrestre, si trova, allo stato puro, nei minerali di platino e in combinazione con altri elementi nei minerali di nichel.

Viene utilizzato principalmente nel campo delle comunicazioni, per ricoprire i contatti elettrici negli interruttori automatici. Trova impiego anche in odontoiatria; nella fabbricazione delle molle non magnetiche per gli orologi da polso e da muro; come copertura di alcuni tipi di specchi. In gioielleria, in lega con l'oro, forma il cosiddetto oro bianco.

PLATINO

Elemento metallico molto raro, di simbolo Pt e numero atomico 78; appartiene al gruppo VIIIB (o 10) della tavola periodica ed è pertanto tra gli elementi di transizione.

È il più importante del gruppo dei platinoidi, che comprende inoltre rutenio, rodio, palladio, osmio e iridio. Questi elementi venivano usati nelle leghe già ai tempi dell'antica Grecia e dei romani, ma sono citati nella letteratura europea solo a partire dal XVI secolo. La distinzione tra il platino e gli altri platinoidi risale comunque all'inizio del XIX secolo.

Il platino è un metallo grigio di durezza 4,3; ha punto di fusione molto alto, è duttile e malleabile, si dilata poco per riscaldamento ed è caratterizzato da elevata resistenza elettrica. È relativamente inerte chimicamente e resiste agli attacchi dell'aria, dell'acqua, degli acidi e dei normali reagenti; si scioglie lentamente in acqua regia formando acido esacloroplatinico (VI), di formula H2PtCl6; è attaccato dagli alogeni e reagisce per riscaldamento con l'idrossido, il nitrato e il cianuro di sodio. Fonde a 1772 °C, bolle a 3827 °C, ha densità relativa 21,45 e peso atomico 195,08.

In natura il platino si ritrova allo stato elementare, ma è presente anche in alcuni minerali poco diffusi, tra i quali la sperrylite, la copperite e la braggite. Sono state rinvenute sfere di metallo del peso di circa 9 kg.

La scarsa reattività chimica e l'alto punto di fusione rendono il platino particolarmente adatto per la fabbricazione di strumenti di laboratorio come crogiuoli, pinze, imbuti e capsule. Di solito viene addizionato con piccole quantità di iridio che conferiscono al metallo migliori caratteristiche di durezza e resistenza. Viene utilizzato anche per realizzare contatti elettrici e negli strumenti per misure di temperature elevate; sotto forma di spugna o di nero di platino, è usato come catalizzatore nell'industria chimica. Considerevoli quantità di platino trovano inoltre impiego in gioielleria, spesso in lega con l'oro, e in odontoiatria.

RODIO

Rodio Elemento metallico argenteo di simbolo Rh e numero atomico 45; è uno degli elementi di transizione della tavola periodica. Scoperto nel 1803 dal chimico William Hyde Wollaston, è un metallo molto resistente, con durezza 4, insolubile negli acidi; fonde a 1996 °C, bolle a 3727 °C, ha densità relativa 12,4 e peso atomico 102,906.

Nei composti il rodio presenta tutti gli stati di ossidazione compresi tra +1 e +6. Il nome, che deriva dal greco rhodon, "rosa", allude al colore delle soluzioni di molti dei suoi sali. Si rinviene in lega nei minerali di platino, di osmio-iridio e di oro-rodio (rodite).

Il rodio viene usato soprattutto in unione con il platino: la lega che ne risulta, usata principalmente nelle termocoppie per misurare alte temperature, combina le ottime caratteristiche di resistenza chimica del platino con la durezza e la resistenza meccanica del rodio. Allo stato puro, invece, il metallo viene impiegato nella fabbricazione di vetri a specchio e in gioielleria per la placcatura e per l'argenteria. Il nero di rodio, un metallo finemente suddiviso contenente ossidi e idruri, viene impiegato sia come catalizzatore sia come pigmento nella produzione di porcellane.

RUTENIO

Rutenio Elemento metallico di colore bianco-grigio, chimicamente inerte, di simbolo Ru e numero atomico 44; appartiene agli elementi di transizione della tavola periodica.

Fu scoperto nel 1844 dal chimico russo Karl Karlovič Klaus e il nome allude a quello della regione Rutenia, attualmente parte dell'Ucraina. È piuttosto raro sulla superficie terrestre e si trova allo stato metallico nei minerali di platino. Il rutenio fonde a circa 2250 °C, bolle a circa 3900 °C, ha densità relativa 12,3 e peso atomico 101,07.

Insieme a platino e palladio forma leghe di elevata durezza, molto resistenti all'usura e ampiamente usate in gioielleria, per le protesi dentistiche di metallo-porcellana, per le punte dei pennini delle penne stilografiche e per i perni di materiale non magnetico. La lega rutenio-molibdeno si comporta da superconduttore a temperature inferiori a -263 °C. Il metallo allo stato puro è estremamente resistente all'attacco degli acidi e dell'acqua regia.

 

Dhana in biglietti con lamina in metallo

 

 

 

 

 

 

 

 

Biglietti

Tagli

Metalli

Densità kg/dm3

Peso biglietti

Valore

Grammi

Once Troy

Euro

 Us Dollari

 Dhana

     1

 Pl

  21.45

   0.9615

  0.03392

      25.00

      31.25

 Dhana

     5

 Pl+Ir

  21.60

   4.8077

  0.16959

    125.00

    156.25

 Dhana

   10

 Pl+Ir+Os

  21.80

   9.6154

  0.33917

    250.00

    312.50

 Dhana

   50

 Pl+Ir+Os+Rh+Ru

  21.95

  48.0769

  1.69586

  1,250.00

  1,562.50

 Dhana

  100

 Pl+Ir+Os+Rh

  21.60

  96.1538

  3.39173

  2,500.00

  3,125.00

 Kana-Dhana

     1

 Ag+Pb

  11.20

   0.1087

  0.00383

        0.03

        0.03

 Kana-Dhana

     5

 Ag+Pb

  11.20

   0.5435

  0.01917

        0.13

        0.16

 Kana-Dhana

   10

 Ag+Pb

  11.20

   1.0870

  0.03834

        0.25

        0.31

 Kana-Dhana

   25

 Ag+Pb

  11.20

   2.7174

  0.09585

        0.63

        0.78

 Kana-Dhana

   50

 Ag+Pb

  11.20

   5.4348

  0.19171

        1.25

        1.56

 Kana-Dhana

  100

 Pa+Ni

  11.97

   0.2778

  0.00980

        2.50

        3.13

 Kana-Dhana

  250

 Pa+Ni

  11.97

   0.6944

  0.02450

        6.25

        7.81

 Kana-Dhana

  500

 Au

  19.30

   1.0000

  0.03527

      12.50

      15.63

 

Nelle Dhana a valore intrinseco è inserita  una lamina di metalli preziosi. Dhana a valore intrinseco non è garantita da capitali di imprese ma solo dal valore del metallo ed è convertibile con Dhana garantita da capitali di imprese e viceversa.

 Pl

  Platino

 Pl+Ir 

  Platino+Iridio

 Pl+Ir+Os 

  Platino+Iridio+Osmio

 Pl+Ir+Os+Rh+Ru

  Platino+Iridio+Osmio+Rodio

 Pl+Ir+Os+Rh

  Platino+Iridio+Osmio+Rodio+Rutenio

 Ag+Pb

  Argento+Piombo

 Ag+Pb

  Argento+Piombo

 Ag+Pb

  Argento+Piombo

 Ag+Pb

  Argento+Piombo

 Ag+Pb

  Argento+Piombo

 Pa+Ni

  Palladio+Nichel

 Pa+Ni

  Palladio+Nichel

 Au

  Oro